Distanziamento sociale in epoca covid, transenne e
sicurezza sul percorso. Abbiamo scritto trattati infiniti ormai su questi argomenti e in particolare nell’ambito del ciclismo.
Ma negli Emirati Arabi hanno risolto in un amen il problema. Alla Al Salam Championship, una gara ad invito per donne elite che si è svolta oggi, negli Emirati Arabi Uniti il distanziamento sociale causa covid si fa da solo.
Zero pubblico per un arrivo in mezzo al deserto. Per le transenne nessun problema, tanto ai lati del lungo rettilineo d’arrivo in una strada che sicuramente ai tempi de “Le Mille e una notte” sarà stata una carovaniera in mezzo a migliaia di chilometri quadrati di sabbia e pietre, non c’è anima viva eccetto un numero ristretto di persone legate all’organizzazione e ai team partecipanti. La sicurezza sul percorso? Di sicuro non ci sono incroci, auto da bloccare, gente che protesta e suona il clacson.
Forse transiterà qualche Rolls Royce di qualche emiro in trasferimento da una reggia all’altra. E da quelle parti ci sarà sicuramente un cammellodromo dove si disputano le gare , a scommessa, dei cammelli, come qui da noi gli ippodromi e le corse dei cavalli. Insomma un bel modo di fare ciclismo. In piena sicurezza. Ma intanto la Alè BTC Ljubljana comincia la stagione con il botto per la vittoria di Marta Bastianelli, tra gli ululati della zaghroutah, ovvero una forma di suono vocale, tra il canto e l’ululato, che viene praticata dalle donne in tutto il Medio Oriente ed in vari paesi del sub-continente africano.
La zaghroutah ricordiamolo, è il suono che per eccellenza rappresenta l’immensa gioia, e viene di solito eseguita in occasione di matrimoni, la sera del henna, per celebrare una nascita, durante le feste folkloristiche, la dabka ed altre celebrazioni. E’ un suono che rappresenta la felicità e la gioia. E la gioia era quella di Marta Bastianelli assieme ad Anna Trevisi, giunta seconda sul podio. In corsa agli Emirati Arabi anche le compagne di colori Eugenia Bujak e Ursa Pintar. Ma loro, le donne, hanno già iniziato a correre e soprattutto hanno portato il rispetto per la donna stessa in Paesi dove quest’ultima è ancora priva di diritti, a volte anche di quelli più elementari. E allora ben vengano gli ululati della zaghroutah. E viva le donne.
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a cura di Tina Ruggeri ©Riproduzione Riservata – Copyright© InBici Magazine