Due stagioni fa Matteo Montaguti, dopo 12 anni di professionismo a grandi livelli, ha appeso la bici al chiodo senza rimpianti. Al termine di una solida carriera il romagnolo ha lasciato un mondo delle due ruote profondamente cambiato rispetto ai suoi esordi nel lontano 2008 con la LPR.
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Con il sorriso il romagnolo racconta il suo presente: “Ormai è passato più di un anno e mezzo dal mio ritiro. Sembra sia una scelta avvenuta molto tempo fa ma la sento lontana più che altro per la condizione. Ora non mi allontano più di cinquanta chilometri da casa pedalando. Nonostante la pandemia il periodo trascorso dopo aver appeso la bicicletta al chiodo l’ho vissuto con serenità”.
“Vado molto fiero della mia carriera. – continua – Il ciclismo mi ha lasciato la capacità di tenere duro e mi ha insegnato la dedizione nel mondo del lavoro. Rimangono anche indelebili i tanti e felici ricordi”.
Al termine della carriera Matteo ha vissuto sulla sua pelle un grande rinnovamento del movimento ciclistico. “Forse non mi sentivo troppo adatto al professionismo negli ultimi anni perché percepivo il cambio generazionale e soprattutto il modo di prepararsi nelle categorie minori è molto più estremo. Mettersi a fare lavori nuovi e cambiare mentalità ormai a fine carriera è quasi impossibile”.
Una storia da ciclista lunga e senza rimpianti. “Sono molto sereno. Di quei tempi non ho cose particolari di cui sento la mancanza, a parte forse i materiali di primissimo livello e la libertà di poter organizzare la giornata in base ai miei allenamenti”.
In conclusione Montaguti ci racconta quello che oggi è il suo nuovo compito. “Ora sono un agente diretto di Castelli e rappresentante di questa azienda di abbigliamento sportivo conosciuta in tutto il mondo. In carriera non ho mai indossato questo marchio ma ora finalmente lo posso testare. Vado molto fiero di questo ruolo che mi permette anche di rimanere a contatto con il mondo del ciclismo e spero mi possa garantire un futuro lavorativo in questo ambiente”.
a cura di Davide Pegurri ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine