E’ pronto per una nuova impresa Omar Di Felice: dopo la traversata del Deserto del Gobi, in Mongolia, lo scorso anno, questa volta il famoso ultracycler tenterà di arrivare fino al campo base dell’Everest in bicicletta, a 5364 metri s.l.m., coprendo 1.300 km e 40.000 metri di dislivello.
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Questa volta l’impresa sarà davvero impegnativa sotto il punto di vista fisico e mentale, perché in inverno le temperature si aggirano intorno ai -35 gradi. Ma Omar Di Felice, testimonial Shimano, non è nuovo a queste imprese, come l’arrivo a Capo Nord e la traversata della Dalton Highway in Alaska.
Dopo aver lasciato Kathmandu Di Felice inizierà a pedalare puntando a nord-ovest, fino a raggiungere le città di Pokhara e Jomsom. Qui si apriranno le porte alla regione del Mustang, uno dei territori più freddi e aridi del Pianeta.
Le temperature scenderanno a -30 o -35 gradi mentre le altezze supereranno i 4500 metri con il Kora La Pass (4600 m) al confine con la Cina. Una volta raggiunto il valico, in un continuo saliscendi Omar si darà da fare sui sentieri del circuito dell’Annapurna fino a raggiungere il passo transitabile più alto al mondo: il Thorung La (5416 m). Visto il periodo dell’anno scelto da ciclista, a queste quote potrebbe aver problemi con la presenza di abbondante neve e ghiaccio. Per questo potrebbe dover impiegare attrezzature apposite per riuscire a muoversi agilmente sui pedali. Ancora avanti, un colpo di pedale alla volta fino al Campo Base del Tilicho Lake (4919 m). Infine, per chiudere in bellezza l’esperienza, una lunga risalita in bici da Kathmandu a Lukla e da qui ai 5364 metri del campo base dell’Everest. Un lungo viaggio che sarà possibile seguire in diretta attraverso i link che troverete sui social dell’atleta.
L’aspetto interessante di questa traversata, oltre alla stagione scelta, sta nella decisione di muoversi in sella a una bici e senza supporti esterni. Di sicuro Omar sentirà gli effetti della quota quando salirà oltre i tremila metri e dovrà prestare attenzione all’acclimatazione. Sarà certamente un’esperienza intensa, non solo da un punto di vista fisico, ma anche umano. I villaggi di montagna del Nepal, i loro abitanti, saranno l’unico supporto che Di Felice avrà lungo il tragitto. Un’umanità ancora autentica che certamente saprà influenzare la pedalata del ragazzo romano.
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