Può un manubrio per bici da corsa rappresentare lo stile con cui gareggiano i top rider dei nostri giorni? Sì, lo può fare eccome: la dimostrazione più evidente è il nuovo “cockpit” in pezzo unico (curva+attacco manubrio) che Pro lancia proprio in questi giorni, lo stesso che è stato sviluppato sulla scorta delle indicazioni dei pro rider e che tra l’altro ha già vinto due volte, ancor prima che fosse reso pubblico, grazie a Fabio Jakobsen, che sulle strade del Giro di Vallonia ha ritrovato la via del successo dopo il terribile incidente occorsogli lo scorso anno.
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Il ciclista olandese ha così battezzato nel migliore dei modi la sua “seconda vita”, ma anche questo nuovo interessantissimo manubrio integrato del marchio di proprietà di Shimano.
Nel nostro video parla proprio l’ingegnere italiano che a questo integrato ha dato forma: Marco Giacomin ci parla del componente e soprattutto delle indicazioni dei corridori che al Vibe Evo hanno dato forma.
Fibra di carbonio di serie T700, forme “spigolose” e per questo aerodinamiche, costruzione monoscocca e peso di soli 390 grammi (ovvero una trentina in meno del predecessore Stealth Evo, fino a ieri il manubrio “combo” di riferimento della Pro): le caratteristiche di un integrato di altissimo rango il nuovo Vibe Aero le ha tutte, ma a queste aggiunge una progettazione ergonomica di livello superiore, pensata per assicurare l’interfaccia migliore tra uomo e atleta e allo stesso tempo assecondare la modalità più ricorrente con cui i corridori impugnano oggi il manubrio.
La tendenza del momento vuole infatti che i pro rider trascorrano la maggior parte del tempo di corsa con le mani in posizione intermedia, ovvero prossime ai manicotti dei comodi cambio. È un’impugnatura congeniale ai tratti di pianura, ai tratti in cui si pedala nella “pancia” del gruppo, ma anche alle discese, quando queste non sono effettuate a tutta, ovvero quando le mani sono impugnano in basso la curva.
Per garantire il massimo del comfort e dell’efficienza le due porzioni in cui la curva effettua la transizione tra la parte alto-centrale e quella delle “corna” sono modellate per ottenere la maggiore area di appoggio possibile con i comandi cambio (in particolare quelli Shimano). Non solo: sempre in questa tratta la curva esprime uno sviluppo in larghezza più contenuto rispetto a quello che si può rilevare sulle estremità basse, ancora una volta per tenere il più possibile i palmi vicini l’un l’altro e di conseguenza ridurre la superficie frontale che il corpo espone all’aria.
Allo stesso modo il Vibe Aero assicura la più ampia area di appoggio possibile alla impugnatura cosiddetta intermedia, conferisce a quest’ultima un modo nuovo di essere messa in atto e di fatto codifica una sorta di “quarta presa”, che si aggiunge alle classiche “presa bassa”, presa alta” e “presa intermedia”. Appunto, sella di cui parliamo è la presa che il produttore Pro chiama “corner grip”.
Sempre a conferma della grande ergonomia il Vibe Aero è rifinito con due leggere e sottili cover in silicone che appunto corredano l’area della “corner grip” e le due porzioni esterne della tratta alto centrale. Questi inserti sono sostituibili.
A riprova della grande versatilità rispetta a tutti i telai oggi presenti sul mercato, il Vibe Aero prevede tre possibili opzioni di cablaggio: prima di tutto quella con cavi totalmente nascosti alla vista, quella con i cavi esterni per l’eventuale utilizzo con trasmissioni meccanici e infine quella con cavi semi-integrati, ovvero veicolati esternamente solo nella porzione inferiore bassa, per adattarsi ai telai che prevedono questa configurazione di instradamento.
Vibe Aero prevede inoltre la predisposizione per i comandi “satellite” dei reparti Shimano, che potranno essere installati in modo discreto sui due fori predisposti nella porzione anteriore della porzione alto centrale.
L’integrato è proposto in tre misure, 38, 40 e 42 centimetri (misurati sulle due sezioni intermedia), cui corrisponde una larghezza misura sulle due “code basse” rispettivamente di 40.5, 42.5 e 44,5 cm.
La porzione dell’attacco ha un’inclinazione studiata per ottenere una posizione efficace sia dal punto di vista aerodinamico che ergonomico; la connessione con il cannotto forcella ha un diametro nativo di 1.1/4″ compatible con le forcelle della medesima sezione; per il montaggio sui piò comuni cannotti da 1.1/8″ c’è uno specifico riduttore; tra l’latro quest’ultimo è disponibile anche in versione con forma eccentrica, in modo da personalizzare l’inclinazione entro il range “-/+2 gradi” (sui cannotti forcella da 1.1/8″).
Le lunghezze disponibili sono tre, 105, 115 e 125 mm, che combinate con le tre larghezze producono un bouquet di nove misure possibili, per ottenere un ampio range di esigenze di posizionamento.
Prezzo indicativo? 599 euro.
Ulteriori informazioni: www.pro-bikegear.com
a cura di Maurizio Coccia ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine