ma dietro alle transenne delle grandi corse a tappe i supporters fanno a gara per sfoggiare i costumi più originali
e demenziali.
Il più famoso è tedesco e si chiama Dieter Senft, detto “Didi”, conosciuto anche come il “diavolo del Tour de France” o, più semplicemente, “El Diablo”, per via del costume mefistofelico che indossa abitualmente, con forcone d’ordinanza, nelle principali manifestazioni ciclistiche del pianeta.
Ma oltre a lui, dietro (ma spesso oltre) le transenne sgomitano, in occasione dei grandi giri, alcuni strani figuri che, solo per amor di sintesi, chiamiamo “tifosi”.
Vestiti (o svestiti) in modo esilarante, spesso grottesco, sono la cornice circense della grandi tappe.
A volte presenze gradevoli e pittoresche, altre totalmente “fuori contesto”, perché – quando la corsa entra nel vivo e il pathos schizza alle stelle – non ha molto senso veder spuntare davanti ai fuggitivi un tipo vestito da carota.
In alcuni casi, la loro presenza è talmente invadente che, non di rado, i ciclisti sono obbligati a difendersi anche con metodi brutali (il gancio largo alla Marvin Hagler è uno di questi).
In generale le uniformi dei tifosi sono un inno al gusto kitsch, un campionario di obbrobri che sembra uscito dal “cafonal” di Dagospia. Ma anche se gli stilisti griderebbero allo scandalo davanti a certi accostamenti, chiunque ama il mondo della bicicletta la pensa alla stesso modo: che ciclismo sarebbe senza tifosi?
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