Ieri le orecchie ai dirigenti ravennati di StartRomagna devono aver fischiato parecchio perché il post social di Andrea Collinelli – una medaglia olimpica non uno qualunque – ha fatto parecchio rumore.
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Nel mirino dell’ex pistard di Atlanta ’96 un autista di autobus di Ravenna che, alle 12.50 di ieri, tornando verso la città, si è macchiato di un comportamento che – a dire di Collinelli – avrebbe potuto anche creare gravissime conseguenze.
“L’autista – si legge nel post – ha affiancato una ragazza in bici da corsa (si apprenderà poi che si trattava della figlia Sofia, ndr), l’ha guardata negli occhi e l’ha stretta a destra fino a mandarla fuori strada, con le conseguenze che sarebbero potute capitare…”.
Poi i toni si alzano: “Quando ti guardi allo specchio, ti senti cosi grosso come il tuo autobus!!? Solo per il fatto che sul ponte di Madonna dell’Albero (abbastanza stretto), volevi inserirti tra lei e l’auto che proveniva dalla corsia opposta, e lei per tutelare la sua incolumità, non te lo ha permesso, spostandosi un po’ più al centro strada? E come ti sei sentito nei confronti degli utenti che trasportavi? Sicuramente avrai ottenuto un applauso generale”.
“Cari utenti – prosegue Collinelli – quella ragazza che oggi ha rischiato di finire sotto le ruote dell’autobus potreste essere voi o magari domani i vostri figli”.
“Ero sola come sempre, quando mi alleno – racconta la stessa Sofia Collinelli oggi al Carlino – e quel Ponticello che percorro sempre è piuttosto stretto. Stava arrivando un’auto di fronte a me quando ho sentito un autobus alle mie spalle. Ovviamente in tre non ci saremmo passati, quindi cercando di pensare anche alla mia incolumità sono andata avanti, ma quando sono arrivata alla curva a destra, il conducente mi ha affiancato, guardato in faccia e stretto, mandandomi verso il fosso. Fosso che, per fortuna mia, il quel punto è piatto. Non credo tanto che volesse farmi del male, piuttosto che mi abbia sfidato. O almeno questa è stata la mia sensazione immediata. Appena ho preso nota dell’ora e del numero dell’autobus sono scoppiata in lacrime, tanto che mio padre che ho subito avvertito in videochiamata si è preoccupato”.
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Cara Sofia,
non c’e’ mai fine al peggio. Io so perfettamente come ti sei senti in quel momento, qualche anno fa sono stato investito in modo molto serio al punto tale di rischiare la vita, fortunatamente sono tornato in bicicletta. Come si suol dire tutto e’ bene cio’ che finisce bene. Ora devi solo tornare in sella e dimenticare questo brutto episodio, coraggio e buona vita Sofia