13 italiani al via del Tour de France 2016. La bandiera tricolore non sarà tra le nazioni più rappresentate nell’evento francese, disponendo comunque di ottimi corridori in grado di poter recitare ruoli da protagonisti.
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La speranza, naturalmente, è quella di ripetere l’exploit di Vincenzo Nibali del 2014, quando il siciliano dominò la corsa conquistando la maglia gialla, tuttavia anche una vittoria di tappa sarebbe ben accetta. Lo scorso anno fu proprio il siciliano a mettere a regalare l’unica gioia ai nostri colori, coronando una lunga fuga nel tappone di La Toussuire, portando a cinque il numero di successi alla Grande Boucle. Un bottino considerevole per uno dei migliori rappresentanti del nostro movimento. Verosimilmente, non potremo aspettarci vittorie da tutti i nostri rappresentanti, poiché molto di loro avranno compiti di squadra e saranno limitati nelle ambizioni personali, sebbene saranno fondamentali per i loro capitani.
I capitani
La Astana è la formazione con più azzurri e nelle sue fila militano le due principali speranze per quanto riguarda la classifica generale. Fabio Aru, all’esordio al Tour, ha lavorato duramente per presentarsi nelle migliori condizioni a questo appuntamento. L’esperienza potrebbe essere un elemento sfavorevole, tuttavia ha talento da vendere e i due podi al Giro d’Italia con il successo nella Vuelta non possono essere risultati casuali. Il terreno per far la differenza in salita e sarà necessario saper gestire la pressione nei momenti delicati, per poi dare tutto nelle situazioni favorevoli. Al suo fianco ci sarà Vincenzo Nibali, il cui ruolo verosimilmente verrà definito strada facendo. Reduce dalla conquista del Giro, il siciliano è in Francia prevalentemente in ottica Rio 2016, tuttavia potrebbe essere un’arma in più per la formazione kazaka, cercando di mantenersi in quota in classifica.
I cacciatori di tappe
Davide Cimolai sarà il velocista di riferimento della Lampre – Merida. Il corridore friulano avrà libertà di agire inseguendo una tappa e, sebbene sembri destinato a pagare contro gli sprinter puri, potrebbe provare a dir la sua nelle frazioni di media difficoltà, nelle quali ci sarà la possibilità di arrivare in 50-60 corridori al traguardo. Cercherà di ritagliarsi uno spazio anche Matteo Bono (Lampre – Merida) corridore che, se libero da obblighi di squadra, non ha paura ad attaccare da lontano e potrebbe giovare di qualche libera uscita. Anche Cesare Benedetti (Bora – Argon18), all’esordio assoluto al Tour de France, potrebbe cercare la fortuna con azioni da lontano e, verosimilmente, lo vedremo spesso all’attacco fin dai primi giorni.
Doppio ruolo anche per un altro esordiente, Domenico Pozzovivo (Ag2r La Mondiale). Il lucano sarà uno degli uomini ombra di Romain Bardet, ma non fa segreto di voler puntare ad un tappone di alta montagna e nella terza settimana sarà davanti a cercare di ritagliarsi uno spazio da protagonista.
I gregari
Nelle volate vedremo spesso protagonista Jacopo Guarnieri (Katusha), ultimo uomo e gregario di fiducia di Alexander Kristoff. Il lombardo da due anni ricopre questo ruolo dimostrando di essere tra i migliori in questa specialità e, in particolare nella prima settimana, dovrà dare tutto. Situazione medesima per Fabio Sabatini (Etixx – QuickStep), membro chiave del treno di Marcel Kittel, e Oscar Gatto (Tinkoff), verosimilmente l’unico uomo a disposizione di Peter Sagan nella sua caccia alle vittorie.
Completamente votato alla causa del capitano sarà Paolo Tiralongo (Astana), scudiero di Fabio Aru, e lo stesso sarà Diego Rosa, attorno al quale c’è grande curiosità per capire dove potrà arrivare. Molto importante sarà l’esperto Matteo Tosatto (Tinkoff), al 34esimo GT della carriera, in appoggio ad Alberto Contador, mentre Damiano Caruso (BMC) dovrà lavorare in salita per Van Garderen e Porte, scortandoli al meglio verso i loro obiettivi.
fonte Spazio Ciclismo (Luca Pellegrini)