Chris Froome pronto a lasciare il Team Ineos. Con il contratto in scadenza a fine 2021, non sarebbe una vera e propria notizia in una situazione normale, anche considerando possibili divergenze sull’entità dell’ingaggio per un corridore ormai esperto e con giovani rampanti in squadra.
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I rumor, però, sono molto più piccanti: Cyclingnews, infatti, riporta di una possibile separazione tra il britannico e la squadra guidata da Dave Brailsford prima del Tour de France 2020. Froome, rientrato dopo un gravissimo infortunio patito al Giro del Delfinato 2019, vorrebbe prendere parte alla Grande Boucle con i gradi di capitano, ma Egan Bernal gode di fiducia in seno alla squadra dopo la Maglia Gialla conquistata lo scorso anno e potrebbe reclamare il ruolo di leader, offrendo sotto alcuni aspetti anche maggiori garanzie.
Al momento non ci sono certezze su quello che succederà, ma possiamo provare a capire quali possano essere gli scenari in vista e chi potrebbe guadagnarci. L’obiettivo dichiarato di Chris Froome è quello di vincere il quinto Tour de France della carriera ed eguagliare il record di Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain, per provare a superarlo in futuro arrivando a sei vittorie, dove in passato si era spinto solo Lance Armstrong prima che i suoi successi venissero cancellati dall’albo d’oro. Per la prima volta, però, Froome non è più la punta di diamante della squadra, anche in ottica futura.
Egan Bernal ha dimostrato di poter vincere e a soli 23 anni ha davanti a sé, potenzialmente, oltre 10 anni ad alti livelli: un’eventualità che Chris Froome non può nemmeno avvicinare, considerando che a 35 anni (li compirà a maggio) la fase più scintillante della sua carriera dovrebbe ormai essere alle spalle. Per la squadra, Egan Bernal vale di più di Chris Froome, offre maggiori certezze nel presente e nel futuro. Senza dimenticare l’ingaggio faraonico di Froome, che potrebbe sì ridimensionarsi a partire dall’anno prossimo ma rimanendo comunque nella ristretta cerchia dei contratti più sostanziosi dell’intero World Tour.
Entrambi, negli scorsi mesi, hanno manifestato la volontà di presentarsi in Francia come leader della formazione, senza dare disponibilità a sacrificarsi per l’altro, almeno tra le righe. Ed entrambi hanno ragione: Bernal è in piena ascesa, è il campione uscente e vuole concretizzare subito qualsiasi possibilità gli si presenti davanti, forse memore anche dell’esperienza del connazionale Quintana. Da erede di Froome come vincitore sui Campi Elisi, a ombra del talentuoso corridore dei primi anni di carriera. Il britannico, dal canto suo, sa che non può farsi sfuggire alcuna opportunità. Ogni anno potrebbe rappresentare l’ultima occasione per puntare alla quinta Maglia Gialla, considerando che all’ipotetica partenza del prossimo Tour sarà più vicino ai 40 che ai 30.
Per lui sarebbe certamente un rischio ritrovarsi per la prima volta da oltre 10 anni a questa parte lontano dalla squadra in cui ha iniziato a vincere e in cui ha ottenuto tutti i suoi successi. Ma al contempo, sarebbe rischioso ritrovarsi un avversario così forte all’interno della stessa squadra, considerando anche che in passato Bernal ha sacrificato la sua ambizione di classifica proprio supportare Froome. Il vincitore del Giro d’Italia 2018 potrebbe anche essere stuzzicato dall’idea di vincere con una nuova casacca e zittire molti degli scettici che hanno attribuito gran parte del merito delle sue vittorie alla squadra. Inoltre, nome e palmares potrebbero valergli un ultimo contratto faraonico in un’altra formazione dove sarebbe il faro per i grandi giri nella sua rincorsa alla quinta Grande Boucle.
Per adesso si tratta di voci. È difficile immaginare una separazione del genere a stagione in corso (e si dovrebbe attendere comunque la prima metà di agosto), ma tutte le parti in causa potrebbero, almeno sulla carta, trarne un vantaggio. Ora come ora, comunque, ci limitiamo a riportare questa eventualità come un rumor, consci che sono ancora maggiori le probabilità che Froome resti alla Ineos. Certo, per tutti potrebbero esserci risvolti positivi in un eventuale divorzio, e questo potrebbe rendere il tutto quantomeno plausibile.
Articolo a cura di Gianluca Santo per InBici Magazine