Abbiamo raggiunto telefonicamente Roberto Reverberi, direttore sportivo e Team Manager della Bardiani CSF Faizanè, formazione professional che ha la caratteristica di coltivare tanti giovani talenti per poi farli approdare nel World Tour. Quella di quest’anno per Reverberi è stata la sua 25esima stagione a bordo dell’ammiraglia della squadra di famiglia che negli anni gli ha regalato tante soddisfazioni e momenti indimenticabili.
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Il gap tra prime le World Tour e le Professional è alto: è meramente una questione economica o c’è altro?
“Esatto, le prime squadre come la Jumbo, UAE e Quick-Step sono molto avanti, invece con altre squadre di massima categoria come ad esempio l’Astana il gap è solamente economico perchè a livello sportivo, e quindi di risultati, non c’è una grande differenza”.
La vostra squadra ha annunciato il matrimonio con la Green Project Agency, società veneta che opera nel settore dell’energia pulita e del risparmio energetico, che era sponsor del Venezia calcio: dovrebbe essere la spinta decisiva per poter approdare nel World Tour?
“Con loro abbiamo raddoppiato il nostro budget. Puntiamo a far crescere i giovani, ne abbiamo parecchi interessanti come ad esempio Marcellusi e Colnaghi che possono crescere bene nel giro di un paio d’anni, insieme a loro anche Pinarello è un buon corridore. Con tutti i nostri sponsor abbiamo un contratto di cinque anni e le cose dovessero andare bene proveremo a fare un salto più grande, ma non prima di tre anni perché al momento le licenze World Tour non vengono più assegnate”.
Diventare la squadra di riferimento per il ciclismo italiano è quindi il primo obiettivo della Green Project Bardiani Csf Faizanè? Una sorta di Alpecin…
“Esattamente, questo è il nostro intento”.
Cosa ha rappresentato per una squadra come la Bardiani il titolo italiano di Filippo Zana?
“C’eravamo già andati vicini lo scorso anno con Samuele Zoccarato che giunse terzo, quest’anno con Filippo è stata la ciliegina sulla torta. Abbiamo corso in modo da poter fare risultato e quindi attaccanti all’inizio mettendo in difficoltà gli altri sin dai primi chilometri”.
Zana può diventare un uomo da corse a tappe o lo vedi più da classiche?
“Non è ancora abbastanza maturo per poter puntare alle corse a tappe. Per far classifica bisogna andare a tutta sempre e invece noi abbiamo sempre corso con l’intento di salvare la gamba per quando c’era l’occasione di fare risultato. Secondo me se Zana fosse rimasto un altro anno con noi sarebbe stato meglio rispetto a passare nel World Tour, dove quando corri con squadre di massima categoria la storia cambia. Si ha poca libertà e si è quasi sempre al servizio dei capitani, chiaramente se dimostri di andare forte, allora ti guadagni il posto”.
Ti saresti aspettato di più da Battaglin?
“Sì, sia da Battaglin che da Modolo. Il livello nel ciclismo di oggi si è alzato molto, si va davvero forte e probabilmente non riescono più a combattere con i giovani di oggi”.
In passato la Bardiani aveva solo corridori italiani, poi ora vi siete aperti anche a qualche straniero…
“Sì, qualcuno sì. Facendo fatica a reperire le prime linee tra gli Under23 ci siamo dovuti adattare e quindi avere con noi qualche corridore straniero. Riusciamo invece ad avere qualche juniores interessante per farlo crescere con calma e fargli fare esperienza”.
Quali giovani avete preso per il 2023?
“Riccardo Lucca, Mattia Petrucci, Filippo Magli, l’americano Jared Scott, Matteo Scalco, Lorenzo Conforti e Luca Paletti, questi ultimi quattro correranno tra gli Under23. Sono i giovani che abbiamo ingaggiato per il 2023 e su cui crediamo molto”.
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