tripoint
tripoint
DIPA BANNER TOP
Memorial Marco Pantani 2021 - Castrocaro Terra del Sole - Cesenatico 196 km - 18/09/2021 - Davide Cassani (ITA -CT) - photo Roberto Bettini/BettiniPhoto©2021

IL TAPPONE DEL GIRO UNDER 23 ERA TROPPO DURO? CASSANI DICE LA SUA!


Un argomento di discussione uscito poco dopo la Pinzolo – Santa Caterina Valfurva è stato il grado di difficoltà di questa frazione, e se ne è parlato in particolare sulle varie piattaforme Social, in particolare Facebook.

Training Camp Spagna Costa Blanca

2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Un'esperienza imperdibile per gli appassionati di ciclismo


Scopri di più

Troppo difficile, si o no? E’ lampante notare che con i suoi 182.8 km di corsa effettiva, escludendo i primi dieci (in salita) fino al km 0 e gli oltre 4800 metri di dislivello, la terza frazione del Giro d’Italia Giovani Under 23 è stata una delle più impegnative mai affrontate nella Corsa Rosa riservata a questa categoria. In ordine sono stati scalati il Passo Campo Carlo Magno, il Tonale, l’Aprica, il Passo di Guspessa (versante inedito del Mortirolo, affrontato da Sernio) e l’erta finale verso il traguardo di Santa Caterina Valfurva, dove l’inglese Leo Hayter ha già messo molto fieno in cascina in ottica Classifica Generale.

Tra i numerosi post di appassionati ed addetti ai lavori apparsi sui Social Network, mercoledì sera è comparso anche quello dell’ex Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Davide Cassani, che ha scritto: Ho avuto modo di leggere varie considerazioni in merito al giro giovani Under 23. Mi riferisco alla tappa di Santa Caterina che, per alcuni direttori sportivi italiani, era esageratamente dura. Premesso che non mi sono occupato dei percorsi delle singole tappe e quindi non sono direttamente interessato ma vorrei comunque esprimere il mio giudizio.

Allora, il primo italiano è arrivato quattordicesima a quasi 8’. Non ho sentito nessuno dire: “dove stiamo sbagliando? Perché gli stranieri, su percorsi duri, vanno molto più forte di noi?” In tanti a scagliarsi contro il percorso . È come quel genitore che si arrabbia con il professore se il figlio torna a casa con un quattro in pagella. Ma come, non tocchiamo palla su salite vere e l’unica cosa che siamo capaci di dire è: troppo dura la tappa?

Non abbiamo e non avremo nei prossimi anni un corridore in grado di vincere una grande corsa a tappe. Perché la mentalità è sbagliata. Invece di capire il motivo della nostra debacle diamo la colpa ad un organizzatore che propone salite vere.

Squadre come Groupama, lotto, Ag2r e tante altre straniere le vedi correre in Italia, Spagna Francia , Belgio. Ogni mese partecipano ad una corsa a tappe e noi? A parte 3 squadre, restiamo a casa nostra.

Con questa mentalità temo che non andremo molto lontano e comunque la colpa sarà sempre di quell’organizzatore che, facendo miracoli, cerca di offrire un palcoscenico credibile ai nostri ragazzi. Gli stranieri apprezzano, gli italiani si staccano e si arrabbiano.”

La crisi di risultati in campo maschile per l’Italia si è ammorbidita dalle cinque vittorie di tappa al Giro dei professionisti, ma è ben nota. Dobbiamo tornare alle imprese di Sonny Colbrelli alla Roubaix e di Filippo Baroncini al Mondiale Under 23 di Leuven per rivedere un corridore vincere una classica monumento o un titolo iridato, ma parliamo ancora della stagione scorsa. Purtroppo la maggior parte delle nostre squadre Continental non vengono invitate a diverse corse importantissime all’estero ed i ragazzi spesso devono “accontentarsi” di partecipare durante tutto l’anno alle gare italiane nazionali ed internazionali più poco altro. E per fortuna ci sono la ciambella salvagente della Nazionale di Daniele Bennati, che permette a molti di loro di potersi confrontare con i professionisti, e quella di Marino Amadori che li convoca anche per gare come il Tour de l’Avenir che sono riservate alle squadre nazionali. Al contrario, i team stranieri riescono a correre ovunque sul territorio europeo e non solo.

Il Giro Under 23 era partito molto bene per noi, grazie alla imponente volata di Alberto Bruttomesso nella prima tappa sul traguardo di Argenta. E martedì, all’indomani della frazione messa “sotto processo”, al contrario non si è sentita alcuna polemica all’interno delle squadre. Anzi, i ragazzi sono andati altrettanto forte da Chiuro a Chiavenna, che si è chiusa in volata affrontando i 101 km a medie altissime. Per molti di questi atleti si può aprire nel giro di pochi mesi la vetrina verso il professionismo, dove saranno messi a dura prova su chilometraggi e dislivello altrettanto duri e soprattutto con i grandi campioni del presente. Se non gli si da una chance adesso, rischiano di trovarsi impreparati quando faranno il salto di categoria definitivo.

Ci sono ancora tre tappe da affrontare prima della conclusione del Giro d’Italia Giovani Under 23, e la penultima terminerà in vetta al mitico Colle Fauniera, dove è presente un monumento dedicato a Marco Pantani. Chissà se lo spirito del Pirata di Cesenatico sarà di aiuto ai corridori italiani, che non dobbiamo mai smettere di supportare e sostenere.

A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata

KTM XSTRADA MASTER BANNER NEWS 6
DIPA BANNER BLOG BIANCO
BELTRAMI SIGMA BLOG NEWS
ACSI BANNER BLOG+ DENTRO NOTIZIE
Tripoint
SCOTT BANNER NEWS

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *