Sram, per chi non lo sapesse, da anni è proprietaria anche del marchio Zipp, quello specializzato nella componentistica, in particolare nelle ruote.
Possiamo dire che sulle ruote Zipp ha costruito la sua immagine di marca, che rimane invariata anche oggi, che oltre ai pregiati wheel-set il marchio di Chicago ha affiancato anche la produzione di molta altra componentistica di livello premium.
Aerodinamica, scorrevolezza dei ruotismi e tecnologia del carbonio applicata sui cerchi sono sempre stati i punti forti dell’azienda Usa; lo rimangono ancora oggi, che Zipp ha definitivamente raggiunto un traguardo tecnologico che ha tutti i crismi per diventare presto benchmark, soluzione di riferimento cui anche altri produttori si potranno adeguare (e tanti lo hanno già fatto, visto che parliamo di uno standard aperto, non coperto da brevetto).
Ci riferiamo all’adozione dell’architettura hookless della gola del cerchio, ovvero a quella che tecnicamente interpreta lo standard del tubeless con dei fianchi internamente privi del “dentino” di ritenzione che fino a un paio di stagioni fa erano soluzione obbligata per le ruote destinate al montaggio di coperture (aperte) senza camera d’aria.
Difficile negarlo: se rimaniamo nell’ambito del ciclismo da strada la querelle “hookless o hooked” è il tema tecnico del momento. Assieme a Mirko Porta, responsabile marketing di Sram Europe, andiamo appunto ad esaminare la questione con la voce di chi rappresenta un’azienda che ha nettamente scelto la prima strada, appunto quella hookless, visto che proprio dal 2022 non solo tutte le ruote della gamma Zipp sono tubeless, ma sono anche hookless.
Abbiamo incontrato Porta a Reggio Emilia, direttamente “in casa” del distributore ufficiale dei marchi della famiglia Sram (Sram, Zipp, Rock Shox e QuarQ, solo per citarne alcuni): la Beltrami TSA.