Quella che doveva essere una tappa poco più che di trasferimento, si è trasformata negli ultimi 3 km in una delle frazioni più incredibili e ricche di colpi di scena dell’intera Vuelta a España 2022. Andiamo ad analizzare insieme quanto accaduto nel caotico finale.
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Sulla breve rampa che portava verso il traguardo di Tomares, un indomito Primoz Roglic ha attaccato in maniera furiosa mentre le squadre dei velocisti provavano a tenere compatto il gruppo. Poco dopo essere portato in testa dal compagno Robert Gesink, lo sloveno aveva già preso qualche metro di vantaggio.
L’unico a tenere la sua ruota è stato Pascal Ackermann, mentre Mads Pedersen si è lanciato all’inseguimento insieme a Fred Wright e Danny Van Poppel. Mentre in testa si formava un quintetto che si sarebbe andato a giocare il successo di tappa, nel gruppo Remco Evenepoel rimaneva vittima di una foratura.
Il leader della corsa è rimasto sempre piuttosto tranquillo, conscio della regola che protegge dagli incidenti nei concitati finali che possono portare ad una volata. In sostanza, in determinate tappe dal profilo altimetrico più semplice (tra cui quella di oggi) se un corridore è vittima di un incidente dimostrato, che può essere una caduta, una foratura o un problema meccanico, lo stesso viene accreditato del medesimo tempo del gruppo in cui si trovava nel momento in cui si è verificato il problema.
In qualche modo di questa regola hanno beneficiato sia Evenepoel che Roglic. Lo sloveno infatti, a soli 100 metri dal traguardo, a pochissimo dal completare un piccolo capolavoro, è caduto, colpendo la strada violentemente con la parte destra del corpo. Se le prime analisi non hanno evidenziato nessuna frattura, la preoccupazione in casa Jumbo-Visma rimane.
Tirando le somme dunque, a Roglic è stato assegnato il tempo del vincitore e degli altri tre che formavano il gruppetto di testa, guadagnando dunque 8” su chi inseguiva, tra cui è stato inserito anche Remco Evenepoel, nonostante il belga abbia tagliato il traguardo a 3’03”di distanza. Il distacco nella generale di Primoz Roglic è sceso dunque da 1’34” a 1’26”. Un guadagno piuttosto risicato, che rischia di costare carissimo allo sloveno.
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