Si chiama Vento KinetiCore l’ultimo arrivato tra i caschi aero della belga Lazer. E come potete vedere nel video lo abbiamo già provato.
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Nel nome c’è sia lo spirito “aero” di questo casco destinato ai corridori che amano la velocità e che puntano prima di tutto a vincere la resistenza all’aria; ma soprattutto nel nome c’è la nuova tecnologia proprietaria che esordisce con questo nuovo modello e con altri cinque interessanti caschi che utilizzano lo stesso standard proprietario di protezione dagli urti.
Protezione integrata dagli impatti rotazionali
KinetiCore, infatti, è uno standard che per primo include un sistema di protezione dagli impatti rotazionali incorporato nel casco stesso.
Perché di sistemi con la medesima finalità ne esistono eccome, ma appunto non si tratta di soluzioni integrate nel casco, ma piuttosto di dispositivi aggiuntivi, molto spesso forniti da aziende terze (una tra tutte MIPS, di cui anche Lazer si è avvalsa). La KinetiCore è invece tecnologia interamente ideata e sviluppata da Lazer, e sicuramente segnerà una cesura in questo senso (pur se ancora ci sono nella collezione Lazer dei modelli provvisti del sistema MIPS).
KinetiCore ha la medesima finalità – ovvero proteggere dagli impatti di tipo “rotazionale” che rappresentano la stragrande maggioranza della casistica delle cadute in bicicletta – ma lo fa con una via tutta sua, frutto di oltre un decennio di studi per creare una nuova tecnologia che rivoluziona l’attuale modo di pensare alla protezione del cervello.
Una storia iniziata dieci anni fa
Questa storia esordisce oggi, ma è iniziata molti anni fa, per l’esattezza dieci, esattamente quando la consapevolezza delle lesioni da impatto rotazionale iniziò a progredire e di conseguenza si svilupparono altre tecnologie rispetto ai caschi “integrali” classici utilizzati da oltre vent’anni nel ciclismo.
Proprio in quel momento Lazer iniziò a sviluppare la propria tecnologia di impatto, una tecnologia che doveva essere integrata nel casco piuttosto che aggiunta come “extra”.
Per ottenere questo il team di progettazione ha stravolto il design del casco e ha ricominciato la sua progettazione da zero: ha valutato in che modo i diversi tipi di impatto influiscono sui ciclisti, ha utilizzato simulazioni avanzate per esaminare cosa succede a cranio e cervello in caso di impatto diretto oppure rotazionale, e ancora ha creato migliaia di modelli per arrivare a strutturare la nuova tecnologia.
La scintilla dalle auto ammaccate
Un momento decisivo, in questo senso, è arrivato quando il team ha pensato a quel che accade sulle zone di deformazione delle auto incidentate: proprio le ammaccature della carrozzeria sono state ispirazione per pensare a zone di deformazione a forma di cono all’interno del casco, progettate per piegarsi o addirittura rompersi in caso di impatto, dissipando in questo modo l’energia altrimenti diretta al cranio.
Eccoci allora alle cosiddette “zone di deformazione controllata” di KinetiCore, che come potrete vedere nel video sono una teoria unica di blocchi di schiuma EPS integrati nella calotta stessa del casco.
Essendo integrata completamente nel nucleo del casco, KinetiCore si traduce in minor peso e maggiore ventilazione rispetto ad un omologo sistema con dispositivo di sicurezza “aggiuntivo”.
Nel caso del Vento che abbiamo testato inoltre, KinetiCore rappresenta bene quanto questa tecnologia produca vantaggi anche a livello aerodinamico, con un guadagno del 2.3 per cento rispetto all’omologo casco aero di precedente generazione della Lazer, quel Bullet 2.0 che confrontiamo anche nel video e che da oggi in poi scompare dalla linea Lazer.
Una famiglia, sei modelli
Il Vento KinetiCore che ci ha spedito Lazer (anzi, Shimano, che del marchio Lazer è proprietaria) è solo il top di gamma di una linea caschi che si avvale del nuovo sistema.
La stessa calotta con struttura interna “a blocchi” è infatti utilizzata sul modello Strada (dedicato al ciclismo stradistico ma appartenente alla categoria “caschi ventilati”), sul modello Jackal (da mtb), sul Cityzen (da urban) e infine sul Pnut e sul Nutz (da cicloturismo).
Usato dai prof
Cliccando sul video ne saprete qualcosa sul nostro primo feeling nell’indossare e usare questo nuovo Vento KinetiCore; sicuramente impressioni più autorevoli saranno quelle dei rider del team professionistico Jumbo Visma, che questo casco inizieranno ad utilizzarlo proprio da oggi.
Oltre a quella nera opaca che abbiamo testato, Vento KinetiCore è disponibile in altre sette colorazioni.
Il casco ha un peso di tutto rispetto considerando il fatto che appartiene alla categoria dei caschi aero (solo 283 grammi rilevati per la taglia M testata) e si avvale di un ingegnoso, pratico e funzionale sistema di regolazione della ritenzione con cinghia.
Come tutti i caschi Lazer di nuova generazione anche il Vento KinetiCore può inoltre alloggiare il Led posteriore rosso, disponibile come optional nella gamma Lazer.
Vento KinetiCore, prezzo e misure
Il prezzo al pubblico del Vento KinetiCore? 270 euro, (ed è il più costoso di una famiglia in cui lo Strada va al pubblico a 110 euro, il Jackal a 190, il Cityzen a 65 e il Nutz e Pnut a soli 50 euro).
Per quel che riguarda le misure la disponibilità è in tripla taglia: Small, Medium e Large.
Vento KinetiCore – e tutti i nuovi modelli della famiglia – sono già disponibili sul mercato.
Ulteriori informazioni: Lazer
a cura di Maurizio Coccia ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine