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Abbiamo sentito nelle scorse ore l’ex corridore professionista trentino, Campione del Mondo nel 1988 a Ronse (Belgio). In questi giorni Maurizio è impegnato alle Baleari ad eventi come la Granfondo Mallorca 312 e dall’isola spagnola ci ha dato le sue impressioni sulla stagione delle Classiche di primavera e sul Giro d’Italia che comincerà tra una settimana a Torino.
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Ciao Maurizio, come va a Mallorca?
“Molto bene, sono arrivato questa settimana per partecipare ad un evento promosso da Q36.5 e dove è presente anche Vincenzo Nibali, e alla Granfondo 312 che si corre a Palma. Rimaniamo qui fino a lunedì”.
E’ terminata pochi giorni fa la attesissima stagione delle Grandi Classiche, che impressione ti sei fatto?
“Penso che Mathieu Van der Poel sia stato senza dubbio il numero 1 assoluto, non solamente per le sue vittorie ad Harelbeke, al Fiandre ed alla Roubaix, tutte vinte dominando e con pieno merito. Anche per la vittoria di Philipsen alla Sanremo, il contributo del Campione del Mondo sia stato fondamentale. Insieme a Pogacar è il corridore più forte, anche lo sloveno è in uno stato di forma incredibile e lo ha dimostrato alla Liegi”.
Tadej sarà al via del Giro d’Italia ed è l’uomo da battere.
“Assolutamente si, attualmente non ha rivali nelle gare a tappe. Il Giro sarà un palcoscenico importantissimo e Tadej può fare grandi numeri. Tutto comunque può succedere, ma attualmente è l’unico in grado di poter fare doppietta Giro-Tour e quest’anno è la sua grande occasione. Anche in Francia sarà da considerare il grande favorito, dato che Vingegaard ed Evenepoel se ci saranno, non saranno comunque nella miglior condizione per puntare alla Maglia Gialla dopo il grave incidente al Giro dei Paesi Baschi”.
Quest’anno si ritiene che le cadute gravi siano state molte di più rispetto alle stagioni passate, che cosa andrebbe fatto per la sicurezza stradale in gara?
“I numeri sono importanti, gli incidenti con fratture hanno coinvolto tanti corridori e soprattutto anche i grandi big del gruppo. Un segnale importante è la velocità in gara, davvero troppo sostenuta. Parlando con alcuni corridori che erano in gara nei Paesi Baschi, ad esempio Santiago Buitrago, mi hanno riferito che conoscevano quella curva, ma nessuno ci ha prestato in gara l’attenzione giusta. Qualcuno diceva che gli avvallamenti erano dovuti alle radici degli alberi, ma nella caduta si vede ad esempio Evenepoel, posizionato dietro a Landa, che sbaglia totalmente la traiettoria finendo nel bosco ed altri corridori che gli sono finiti dietro. Proteggere tutti i punti più critici sarebbe impossibile, secondo me i rappresentanti delle squadre debbano riunirsi ad un tavolo e accordarsi soprattutto per dare un limite alla velocità in gara”.
Ci sono altri consigli che vuoi dare?
“Si: secondo me è sbagliato che un corridore giovane passi direttamente dalla categoria Juniores al World Tour. E’ fondamentale, anche per chi è considerato come un fenomeno o grande talento, fare esperienza tra gli Under 23 per crescere dal punto di vista tattico e per maturare come atleta. Certi imprevisti a volte sono causati dall’assenza della necessaria esperienza che ci vuole in corse di un determinato livello di importanza”.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata
