Oggi il Tour torna sul passo più alto d’Europa: la vetta della Cime della Bonette è infatti situata a 2802 metri di altitudine, poco più dei mitici Iseran, Stelvio ed Agnello. E’ il valico “a fondo aperto” alla maggiore altezza sul livello del mare nel Vecchio Continente, seppur venga superato da due altre strade come il Pico de Veleta (a oltre tremila metri in Sierra Nevada, Spagna) e la Ötztaler Gletscherstraße in Austria (il cui punto più alto è a 2829 metri, all’uscita di un tunnel), che però sono senza uscita.
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La Bonette in passato è stata affrontata già dalla Grande Boucle, ma anche dal Giro d’Italia: nel 2016 la Corsa Rosa passò di qui nella Guillestre – Sant’Anna di Vinadio, ma il transito non fu nel punto più alto, bensì al Colle, situato a 2715 metri. In quella occasione Vincenzo Nibali attaccò la Maglia Rosa Esteban Chaves e lo scavalcò in Classifica Generale, proprio alla vigilia della passerella finale a Torino del giorno successivo.
Il ricordo che vogliamo far risaltare risale invece alla tappa del 1993 del Tour, la Serre Chevalier – Isola 2000. Si scalarono in ordine Izoard, Vars, Bonette e la salita finale, per la lunghezza “monstre” di 263.5 chilometri. In Maglia Gialla c’era Miguel Indurain, che era diventato leader della classifica tre giorni prima vincendo la cronometro individuale a Lac de Madine e riuscì a conservarla fino a Parigi, ma il protagonista assoluto di quel 15 luglio però fu un corridore italiano in Maglia a Pois. Proveniente da Solarolo (Ravenna), fu per nove anni il regista dell’Italia di Alfredo Martini, ed a fine carriera diventò commentatore tecnico alla Rai ed anche CT della Nazionale italiana di ciclismo: Davide Cassani.
Il romagnolo militava nella Ariostea diretta da Giancarlo Ferretti e nelle tappe nel Nord della Francia era andato a prendere i punti dei Gran Premi della Montagna sugli strappetti presenti in quelle frazioni. Erano arrivate le Alpi e Davide era ancora il leader di quella speciale classifica. I punti dei GPM di quel giorni ingolosivano così si lanciò all’attacco fin dall’Izoard scollinando al terzo posto. Da qui rimase solo e prese in fuga anche il Vars, senza pensare a quali erano i suoi limiti.
In ammiraglia Ferretti lo avvisò: “Davide, ma sei diventato matto? Lo sai cosa c’è da fare oggi? Sai che fai una gran fatica e te ne vai in fuga?” – ma Davide proseguì nella sua azione fino all’attacco della Bonette, salita di oltre venti chilometri e con la vetta a oltre 2700 metri di altitudine. Infinita, interminabile, e l’aria rarefatta nella parte conclusiva si faceva sentire. Qui soprattutto Cassani incappò in una crisi di fame tremenda: l’orgoglio era così forte che il corridore ravennate non si alimentò nel modo corretto, cosicché i tratti di salita con pendenza anche minima si trasformarono in Muri e la fatica fu inenarrabile. Venne ripreso da tutti i corridori all’inseguimento, incluso il gruppetto dei velocisti, e finì la tappa insieme ad Abdujaparov a 30” dal limite del tempo massimo. In tanti quel giorno furono costretti ad abbandonare la corsa, come Mario Cipollini e Laurent Fignon: per il francese, Maglia Gialla nel 1983 e nel 1984, fu anche l’ultimo giorno da corridore professionista.
Sulla salita verso Isola 2000 l’agonia era oltre ogni livello ma Davide venne incoraggiato dal secondo DS Domenico Cavallo: “Non ti attaccare alla macchina altrimenti ci vedono e ci squalificano entrambi, stai attento che rischi di finire fuori tempo massimo ma l’ultimo chilometro è più facile e ce la puoi fare. Resisti!”. Cassani ritrovò le ultime briciole di energia solo nel tratto finale che “spianava” in mezzo al paese sede di tappa. Arrivò ultimo a 35’51” dal vincitore di tappa Tony Rominger, e da quel giorno Davide si disinteressò del tutto riguardo alla classifica degli scalatori e riuscì ad arrivare sano e salvo a Parigi. Nel video qui sotto è presente la registrazione integrale (con telecronaca in spagnolo) di quella incredibile tappa di trentuno anni fa.
Oggi il Tour ritorna qui e sarà una frazione ancor più decisiva ed emozionante per l’esito finale di questa bellissima edizione della manifestazione partita per la prima volta dall’Italia.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata