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photo @SprintCyclingAgency©2024

Bruno Reverberi analizza il ciclismo italiano: “Serve un rilancio dalla base”


Bruno Reverberi, decano del ciclismo e manager della squadra VF Group-Bardiani CSF-Faizanè, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sulla situazione attuale del ciclismo italiano, evidenziando le difficoltà e le sfide che il movimento sta affrontando. Con oltre quarant’anni di esperienza nel settore, Reverberi è una voce autorevole per discutere le problematiche che affliggono il ciclismo su strada maschile in Italia, un ambito che, purtroppo, non vive un momento molto felice.

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“Oggi far ciclismo in Italia a livello professionistico non è facile”, ha dichiarato Reverberi ai microfoni di Radiocorsa. “Ci vogliono una valanga di soldi e c’è poca possibilità di reperire corridori di talento. Le squadre, anche a livello dilettantistico, stanno scomparendo, e i pochi buoni che ci sono finiscono nelle squadre WorldTour, spesso come gregari”. Questa situazione ha reso difficile per le squadre italiane competere ad alti livelli, con Reverberi che sottolinea come la sua squadra necessiti di un budget di circa cinque milioni di euro ogni anno, senza avere il diritto garantito di partecipare a tutte le competizioni. “Quando parlo con uno sponsor, la prima domanda è ‘Il Giro lo fate?’. Anche se abbiamo sempre partecipato, non abbiamo il diritto automatico di farlo”, ha aggiunto, evidenziando così una delle principali problematiche del ciclismo professionistico italiano.

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La situazione è preoccupante: “Una volta eravamo 16 squadre italiane e dominavamo il mondo del ciclismo, ora siamo ridotti a tre, e mettere insieme una squadra competitiva è diventato un compito arduo”. Reverberi ha spiegato che, per formare una squadra, è necessario rispettare l’obbligo di avere un minimo di 20 corridori, ma trovare un numero sufficiente di ciclisti di qualità è sempre più difficile. “Il nostro team, ad esempio, conta 23 corridori, ma ciò richiede un budget che è fuori dal mondo”, ha commentato, sottolineando le sfide economiche che affrontano le squadre italiane.

In risposta a queste sfide, la VF Group-Bardiani CSF-Faizanè ha deciso di puntare sui giovani ciclisti. “Siamo stati costretti a farlo, ma è una filosofia che abbiamo sempre seguito. Abbiamo lanciato tanti campioni, e quasi tutti i ciclisti competitivi di oggi sono passati da noi”, ha spiegato Reverberi. Tuttavia, ha riconosciuto che è difficile promettere risultati quando i budget sono così limitati. “Con le cifre attuali, diventa complicato attrarre sponsor e garantire un ritorno di investimento. La nostra squadra deve girare il mondo per ottenere risultati, e questo non è facile”, ha aggiunto, evidenziando le difficoltà logistiche e finanziarie che le squadre devono affrontare.

Reverberi ha anche messo in evidenza l’importanza di sviluppare la base del ciclismo in Italia, sottolineando che il futuro del movimento dipende dalla crescita dei giovani talenti. “Bisogna curare la base. I bambini e i ragazzi devono essere supportati e servono strutture adeguate. Si parla sempre di medaglie, ma ciò che conta è ciò che c’è dietro. Oggi ci siamo trovati con un ciclismo dove abbiamo nove corridori nei primi 100 della classifica UCI: il primo è al 19° posto, ma i vincenti sono pochi. Ne abbiamo uno o due, e tolto Pellizzari, quest’anno abbiamo visto pochi giovani”, ha affermato, evidenziando la necessità di investire nel settore giovanile per garantire un futuro prospero al ciclismo italiano.

Infine, Reverberi ha chiarito che l’assenza di una squadra WorldTour italiana non è la causa principale dei problemi del ciclismo nostrano. “Quando si dice che non abbiamo una squadra WorldTour, anche la nazione di Pogacar non ce l’ha, e ha comunque quattro o cinque campioni. Non c’entra niente il WorldTour. Quando Bettiol vinse il Fiandre, correva in una squadra straniera. La gente guarda chi sia il corridore italiano, non in che squadra corre”, ha concluso, sottolineando che l’importanza risiede nel talento individuale piuttosto che nella squadra in cui si corre. Questo messaggio è cruciale per comprendere come il ciclismo italiano possa riprendersi e tornare a competere ai massimi livelli, valorizzando i talenti locali e costruendo un futuro solido per il movimento.

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A cura della redazione di Inbici News24
Copyright © Riproduzione Riservata Inbici Media Group

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