Elia Viviani, il talentuoso velocista veronese, è già concentrato per la prossima stagione su strada, nonostante non sia ancora certo in quale squadra correrà nel 2025. Tuttavia, le probabilità indicano che rimarrà con gli INEOS Grenadiers, squadra con cui ha militato negli ultimi tre anni. Dopo un 2024 ricco di soddisfazioni nel ciclismo su pista, Viviani mira a ritrovare la vittoria anche su strada. Durante un evento a Livigno, parlando a Bike Channel, ha rivelato i suoi obiettivi futuri e ha condiviso preziosi consigli per i giovani corridori italiani che, come lui, si dividono tra le due discipline.
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“Nel 2025 vorrei tornare a disputare il Giro d’Italia. Vincere una tappa sarebbe un sogno, per rivivere le emozioni del 2018, che ormai sono lontane”, ha affermato Viviani. Ha già conquistato cinque tappe alla Corsa Rosa, ma il suo sogno non si ferma qui. Aspira a un futuro come CT della nazionale di ciclismo su pista, una volta appese le scarpe al chiodo. “Mi piace il ruolo di leader del gruppo della pista e l’ambiente della nazionale. Non so se diventerò CT o quale altro ruolo avrò, ma voglio rimanere nell’ambiente”, ha dichiarato, riconoscendo di non avere attualmente le competenze tecniche di Marco Villa.
Nel 2024, nonostante non abbia ottenuto vittorie su strada, Viviani ha brillato su pista, conquistando una medaglia d’argento nella madison insieme a Simone Consonni ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, e un altro argento nell’Eliminazione ai Mondiali di Ballerup. Tuttavia, la sua vittoria più memorabile resta l’oro Olimpico nell’Omnium a Rio 2016, un trionfo che ha ispirato molti giovani pistard italiani. “Un segnale raccolto da Consonni, poi da Ganna e ora da Milan. Spero che tanti giovani seguano questo esempio”, ha aggiunto Viviani, sottolineando l’importanza delle Olimpiadi nel ciclismo, dove il Mondiale spesso non ha lo stesso peso.
Viviani ha evidenziato come il ciclismo su pista possa essere un grande alleato per le gare su strada. “Assolutamente, in termini atletici e tecnici. Vale anche per altre discipline come mountain bike e ciclocross. Sono tutte complementari. Le partenze in pista danno esplosività su strada e la tecnica di andare in bici senza freni con scatto fisso aiuta a essere più reattivi in gruppo”, ha spiegato. Secondo lui, è fondamentale non specializzarsi esclusivamente in una disciplina, ma piuttosto costruire una carriera equilibrata. “Milan e Ganna devono decidere le mattonelle da mettere nella loro carriera. La prossima sfida per entrambi è vincere una classica monumento e una tappa al Tour de France, specialmente in un anno post-olimpico”, ha sottolineato.
Riguardo al suo compagno di squadra Filippo Ganna, Viviani ha espresso ottimismo sul fatto che possa diventare il prossimo italiano a vincere una classica del nord. “La Milano-Sanremo è una corsa in cui è già andato vicino. Deve provarci con determinazione. Poi, il Fiandre e altre classiche come la Gand-Wevelgem sono alla sua portata”, ha affermato. Viviani ha anche menzionato Jonathan Milan come suo potenziale erede nelle volate di gruppo, affermando: “Deve conquistare la maglia verde al Tour. Può diventare il velocista più forte del mondo. Inoltre, Jonathan e Pippo potrebbero far parte del quartetto olimpico per Los Angeles 2028, se UCI e CIO opteranno per un percorso in linea più selettivo rispetto a quello di Parigi”.
In conclusione, Elia Viviani si prepara a una stagione cruciale, con ambizioni chiare e un forte desiderio di continuare a contribuire al ciclismo italiano, sia su strada che su pista. La sua esperienza e le sue aspirazioni rappresentano un faro per i giovani ciclisti, mentre l’attenzione si sposta sulle sfide e le opportunità che li attendono nel futuro.
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