Otto campioni del mondo, tre campioni europei, trenta campioni italiani fra strada e pista, più di millecinquecento vittorie, 140 atleti passati al professionismo. La Zalf Euromobil Fior con una serata in grande stile chiude un lungo capitolo di storia durato 43 anni.
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“Sono arrivato qui praticamente minorenne. Si chiude un cerchio incredibile, una storia irripetibile a livello mondiale sempre a livelli altissimi. Centinaia di ragazzi che sono sono cresciuti insieme, hanno fatto un percorso sportivo, di amicizia. Ho dei ricordi bellissimi. E soprattutto ricordo tutti i miei compagni di squadra di quando ero under23, addirittura di più di quelli di quando correvo da professionista. La Zalf ha fatto la storia, un cerchio che non si chiuderà mai” racconta emozionato Ivan Basso che con la Zalf Euromobil Fior nel 1998 vinse a Valkemburg in Olanda il suo titolo mondiale su strada tra gli under23 e tantissime altre vittorie con la Zalf prima di passare professionista e poi vincere un Giro d’Italia. Ora Ivan Basso è team manager assieme ad Alberto Contador alla Polti e racconta di quanto è cambiato il ciclismo contemporaneo: “Un ciclismo che purtroppo ha perso il sentimento della famiglia come è stata per me la Zalf. Ho vissuto tre anni qui a Castelfranco e per me è ancora casa”.
Nella sfilata al ristorante da Fior nella serata organizzata da Egidio Fior e dai fratelli Lucchetta per salutare il ciclismo pedalato la sfilata di campioni è impressionante. Ma soprattutto è stato bellissimo vedere a cerchi i gruppetti di corridori ritrovarsi dopo anni, alcuni anche decenni, dialogare tra di loro, confrontarsi sul lavoro, sulle esperienze in bicicletta. Emozioni su emozioni.
Come quella di Flavio Vanzella, campione del mondo a cronometro nel quartetto, specialità bellissima ma abbandonata per scelte differenti dalla Uci, nel 1987 a Villach in Austria e da professionista maglia gialla al Tour de France. Debuttò tra i dilettanti un paio d’anni prima proprio con la Zalf, passando poi alla Arredo House alla corte di Remigio Zanatta: “La Zalf è cresciuta tantissimo da quando alla metà degli anni Ottanta ho indossato la loro maglia. Ha fatto davvero la storia del nostro sport”. Tanti ricordi e tante emozioni, da Mirko Gualdi che vinse il mondiale 1990 su strada in Giappone a Utsonomya che ancora adesso per lavoro transita per Castelfranco: “Come ha detto Ivan Basso per me Castelfranco è ancora casa ed Egidio la mia seconda famiglia”. “Anche se fossi stato in Australia qui alla serata finale, alla chiusura della Zalf, sarei venuto anche a piedi. Sono emozionato, dispiaciuto ma felice di vedere tanti amici e chi mi ha voluto bene, aiutato e lanciato al professionismo. Chiudo la mia carriera lo stesso mese in cui la Zalf chiude la sua storia.
Non potevo mancare”, spiega Domenico Pozzovivo che proprio al Giro di Lombardia ha chiuso la sua storia ciclistica iniziata con i colori bianco rosso e verde della Zalf. E ancora Andrea Pasqualon, Sacha Modolo, Lello Ferrara, Leonardo Basso ora direttore sportivo alla Ineos, Marco Frigo, Matteo Busato, Christian Salvato due volte campione del mondo a cronometro e tanti tanti altri. E ancora Daniele Pontoni, attuale commissario tecnico della nazionale di ciclocross e gravel, plurivittorioso come commissario tecnico ma anche come corridore. Alla Zalf Euromobil Fior ci ha passato una vita e con la maglia del sodalizio di Castelfranco ha vinto il mondiale di ciclocross a Leeds. “Che dire, con la chiusura di questa squadra si chiude un’epoca. Una società che per tutti era una grande famiglia. I suoi direttori sportivi, da Aldo Beraldo a Luciano Rui, Luciano Camillo e le loro reprimenda che sono rimaste nella storia, il mitico meccanico Giorgio “Joao”. Una emozione senza fine che resterà per sempre nel cuore di tutto il mondo del ciclismo.
La Zalf patrimonio dell’unità ciclistica. Si chiude un capitolo ma non si chiude la storia”.
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Cicloturismo sulla Riviera dei Fiori: Tra Mare e MontiA cura della redazione di Inbici News24 e Tina Ruggeri
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