Ieri, 19 novembre 2024, il disegno di legge di modifica al Codice della Strada è arrivato in Senato per l’approvazione finale. Domenica, 17 novembre, si è celebrata la Giornata Mondiale in Ricordo delle Vittime della Strada, un evento che ricorda le 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno in Italia. In tutto il Paese, da Nord a Sud, si stanno svolgendo decine di mobilitazioni, presidi e flash mob, promossi da associazioni di familiari delle vittime, ambientaliste e organizzazioni sindacali, unite per dire STOP al nuovo “codice della strage”.
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In questo contesto, la FIAB – Federazione Italiana Ambiente Bicicletta ha scritto direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sottolineare i danni derivanti dalle modifiche proposte.
Il 17 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada. In questa occasione, ci rivolgiamo a Lei per sottolineare l’importanza della sicurezza stradale, soprattutto in vista del voto finale al Senato sulla riforma del Codice della Strada, previsto per la prossima settimana. Questa riforma, già approvata alla Camera, presenta un impianto che riteniamo problematico.
La riforma sembra favorire i conducenti di veicoli a motore, che secondo i dati Istat sono responsabili del 94% delle collisioni e del 98%% delle vittime. Al contrario, le misure a favore di pedoni, ciclisti, bambini e anziani, che costituiscono la maggior parte delle vittime nelle aree urbane, risultano indebolite. Ad esempio, il nuovo Codice della Strada limita l’uso degli autovelox anziché affrontare il problema della velocità, che è la principale causa di incidenti mortali. Inoltre, vieta i controlli automatici per la guida distratta, un fattore chiave di incidentalità, e introduce una sola multa per più infrazioni, incoraggiando così la violazione delle regole.
Questa modifica è particolarmente dannosa, poiché ostacola la creazione e la protezione di aree pedonali, piste ciclabili e zone a traffico limitato, essenziali per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini. Inoltre, limita l’autonomia decisionale dei Comuni, imponendo loro di seguire decreti ministeriali, complicando ulteriormente la situazione burocratica. L’approvazione di questa legge, in concomitanza con la Giornata Mondiale, risulta inopportuna e offensiva per coloro che hanno subito lutti o infortuni gravi a causa di incidenti stradali, che sono la prima causa di morte tra i giovani fino a 29 anni.
Questa riforma non solo ostacola la prevenzione, ma aumenta il conflitto e la violenza stradale, causando un tributo di circa 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno. Le statistiche indicano che la mortalità stradale è la prima causa di morte violenta in Italia, con un numero di vittime triplo rispetto agli incidenti sul lavoro, secondo i dati INAIL. Con questa riforma, la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale subiscono un regresso di 40 anni, riducendo la tutela della vita umana e allontanandoci dalle migliori pratiche europee.
Inoltre, i recenti tagli previsti dalla Legge di Bilancio 2025 aggravano ulteriormente la situazione: si registrano riduzioni nella spesa per la sicurezza stradale, azzeramento degli investimenti per la ciclabilità e mancati stanziamenti per il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030, che prevede 1,4 miliardi di euro di investimenti. Ricordare le vittime della strada deve andare oltre la semplice commemorazione; deve stimolare decisioni che posizionino l’Italia al fianco delle nazioni europee più virtuose, attente al benessere dei cittadini.
La ringraziamo per l’attenzione riservata a questo appello e restiamo disponibili per la discussione dei decreti delegati che il Governo presenterà nei prossimi mesi. Il nostro impegno, insieme ad altre associazioni di familiari di vittime della strada e ambientaliste, sarà massimo per rivedere il quadro normativo, ponendo al centro il benessere delle persone e non solo di alcune categorie. Le porgiamo i nostri più sinceri e cordiali auguri di buon lavoro.
Alessandro Tursi
presidente FIAB Italia
Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta
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