Una nuova denuncia forte, e che deve essere condivisa da più persone possibili, arriva da una atleta professionista. Laura Tomasi, portacolori dell’UAE Team – ADQ, ha pronunciato questa frase oggi in un video reel pubblicato sulla sua pagina Instagram personale, a causa una brutta disavventura in allenamento capitatale oggi.
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“Ho deciso di pubblicare questo video perchè possa far pensare alcune persone” – introduce così il filmato l’atleta italiana, con gli occhi visibilmente lucidi e ancora spaventata – “E’ successo che mentre mi allenavo da sola e di parte alla strada, una macchina mi ha completamente tagliato la strada su una rotonda e mi è venuta addosso. Non è successo niente perché alla fine sono rimasta in piedi e non sono caduta, ma è stata solo fortuna. Io ho paura ad andare per strada ad allenarmi e questo non deve succedere; devo essere libera e contenta, soprattutto quando sono da sola e in parte. Ho paura, non so se la gente mi abbia visto. Non è giusto avere paura. Quando sei in macchina devi pensare che chi è in bici è l’utente debole: se al posto mio ci fosse stato qualcun altro, meno lesto o meno fortunato, sarebbe potuta andare molto peggio”.
Un video-denuncia doveroso e importante, pubblicato a pochi giorni dalla tragedia di Davide Rebellin e dalla assoluzione di un cittadino pistoiese da parte del Tribunale locale, denunciato per aver scritto sui Social la frase “Investire un ciclista per educarne cento”, affermazione di pura istigazione alla violenza ed in questo caso, all’omicidio stradale. Chi va in bicicletta oggi ha paura, lo afferma Laura ma con lei sono concordi molti suoi colleghi o persone di ogni età che scelgono la bicicletta per farsi una semplice passeggiata domenicale o per andare a fare la spesa. Ritorna ancora più di attualità anche la scomparsa di Michele Scarponi, dalla quale sono già passati cinque anni e mezzo e per la quale il fratello Marco ha aperto una Fondazione Onlus pienamente dedicata alla sicurezza stradale. I ciclisti, attraverso la medesima fondazione, l’ACCPI, il CPA, le associazioni “Zerosbatti” dell’Avvocato Federico Balconi, “Io Rispetto il Ciclista” di Marco Cavorso, continuano a muoversi purché le loro parole vengano ascoltate e finalmente accolte dalle autorità italiane. E a cui si aggiunge la battaglia che sta portando ininterrottamente avanti l’Avvocato Carlo Iannelli di Prato, padre di Giovanni, corridore deceduto durante una gara Under 23 a Molino dei Torti (Alessandria) il 7 ottobre 2019 e per il cui incidente mortale non si è svolto ancora un vero processo.
Il tema della sicurezza stradale è più che mai vivo e discusso: dopo l’incidente mortale di Rebellin (il cui funerale non si è ancora svolto e l’assassino tedesco è in Germania, dove il reato di omicidio stradale non esiste), il Deputato italiano Mauro Berruto ha aperto una discussione in Parlamento per la modifica di una norma del Codice della Strada dove si deve stabilire l’obbligo del metro e mezzo di distanza per sorpassare un ciclista. Le vittime aumentano di anno in anno, non basta abbassare i limiti di velocità per le auto nei centri cittadini, dato che la causa principale di questi investimenti è dovuto alla noncuranza ed alla distrazione di chi è alla guida di veicoli più grossi e a motore”.
Laura Tomasi è una ragazza giovanissima: ha 23 anni e si appresta a disputare la sua terza stagione nel Women’s World Tour, dove ha già ottenuto risultati di alto spessore come velocista, soprattutto nell’anno che sta per terminare. Non si deve aver paura di allenarsi: andare in bicicletta è il suo lavoro, così come quello di centinaia di altri atleti ed atlete che pedalano sulle strade italiane e non solo. Che le istituzioni si diano una mossa a tutelare tutti gli utenti della bicicletta, il mezzo più ecologico al mondo ma purtroppo anche il più preso di mira sulle strade da potenziali assassini.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata