Come precedentemente riportato da sports.fr, le straordinarie prestazioni di Tadej Pogačar nel 2024 hanno acceso un intenso dibattito nel mondo del ciclismo, con interrogativi che il direttore del Tour de France, Christian Prudhomme, considera comprensibili alla luce del complesso passato di questo sport.
Il fenomenale campione sloveno della UAE Team Emirates ha letteralmente dominato la stagione ciclistica, collezionando ben 25 vittorie. Tra queste spiccano trionfi prestigiosi come il Tour de France, il Giro d’Italia, i Campionati del Mondo, la classica Liège-Bastogne-Liège e il Giro di Lombardia, imprese che lo hanno consacrato come il corridore più vincente dell’anno.
È stato soprattutto lo stile delle sue vittorie a catalizzare l’attenzione degli esperti e degli appassionati: lunghe fughe solitarie che hanno spesso ridotto gli avversari al ruolo di semplici comparse. Queste prestazioni hanno riportato alla memoria le discusse esibizioni di Jonas Vingegaard dell’anno precedente al Tour, che avevano già sollevato simili interrogativi.
In una recente intervista rilasciata a Eurosport, Prudhomme non ha esitato ad affrontare l’argomento: “Le domande che circondano la maglia gialla del Tour non sono affatto illegittime. Non possiamo sorprenderci che questi interrogativi continuino a emergere, considerando la storia recente del nostro sport.”
Il direttore della Grande Boucle ha anche evidenziato come il fenomeno non sia esclusivo del ciclismo: “La questione può risultare fastidiosa principalmente perché sembra concentrarsi più sul ciclismo che su altri sport. In realtà, comportamenti scorretti esistono in tutti gli ambiti, ben oltre i confini dello sport professionistico.”
Le dichiarazioni di Prudhomme alla Dépêche du Midi all’inizio dell’autunno (“Vista la storia recente del ciclismo, la questione non è illegittima, anche se non ho una risposta definitiva”) sono state ulteriormente approfondite nell’intervista più recente, dimostrando come il tema rimanga centrale nel dibattito ciclistico.
Il direttore ha poi affrontato la complessità della situazione attuale nel ciclismo moderno: “Il problema è ancora più complesso perché spesso ci troviamo a discutere di pratiche che non sono formalmente vietate. Non stiamo parlando necessariamente di violazioni dirette dei regolamenti, ma di una zona grigia che rende il dibattito ancora più articolato e delicato.”
Le prestazioni di Pogačar nel 2024, caratterizzate da attacchi da lontano e vittorie in solitaria, hanno ricordato le grandi imprese del passato, ma hanno anche inevitabilmente alimentato discussioni sulla natura di queste straordinarie performance. Il campione sloveno ha continuato a impressionare il mondo del ciclismo con la sua capacità di dominare sia le corse di un giorno che i Grandi Giri.
Il dibattito sollevato da Prudhomme riflette una preoccupazione più ampia nel mondo del ciclismo: come bilanciare l’apprezzamento per prestazioni eccezionali con la necessità di mantenere uno sguardo vigile sulla credibilità dello sport, considerando le lezioni apprese dal passato.
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Arabba: La Perla delle Dolomiti per il CicloturismoA cura della redazione di Inbici News24
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