Ciò che la fuoriclasse olandese ha realizzato poche ore fa a Wollongong nella prova iridata in linea ha dell’incredibile per quello che le è accaduto mercoledì nel Team Relay, quando cadde appena dopo la partenza procurandosi una frattura composta al gomito. Il giorno dopo Annemiek Van Vleuten era già risalita in bici per testare la sua condizione ed alla fine, pur dolorante, ha dato l’ok per partecipare alla gara che si è disputata durante la scorsa notte italiana.
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La sfortuna nella squadra neerlandese sembrava abbattersi anche oggi, quando è apparsa l’assenza di Demi Vollering, altro pezzo da novanta nel Team “Oranje”, positiva al Covid giovedì. Alla partenza Annemiek aveva dichiarato di aiutare la squadra e di fare fatica anche ad alzarsi sui pedali, ed infatti nei primi chilometri la si è vista faticare restando nelle retrovie del gruppo. Sulla salita di Mount Keira la selezione naturale è stata netta, ma lei ha resistito e nel circuito di Wollongong si è fatta vedere in qualche momento.
Nei due giri finali le olandesi si sono sempre fatte staccare sul Muro di Mount Pleasant, dove la più in forma è stata la tedesca Liane Lippert, che si è avvantaggiata insieme a Kasia Niewiadoma, Elisa Longo Borghini, Ashleigh Moolman-Pasio e Cecilie Uttrup Ludwig. Anzi, al penultimo giro l’italiana e la campionessa di Germania avevano anche preso un leggero margine, pensando che una come la danese poteva essere un avversario molto temuto in un eventuale sprint a cinque. L’Olanda perdeva pezzi restando a inseguire ed Annemiek che faceva? Era lì, il suo gomito non le dava più (apparentemente) dolore e se ne stava in guardia e teoricamente a fare da spalla a Marianne Vos, capitana olandese alla vigilia della gara.
Nella tornata finale con Vos che perdeva terreno sul Muro, Van Vleuten è rimasta l’unica neerlandese ad inseguire le cinque contrattaccanti (che si erano fatte a loro volta riprendere e fatte contrattaccare da Marlen Reusser) nel gruppetto poco dietro. Al termine della discesa c’è stato l’ennesimo ricongiungimento e nei 500 metri finali lo scatto che ha portato ancor più nella storia Annemiek Van Vleuten, che nel 2022 ha vinto Settimana Valenciana, la Omloop Het Nieuwsblad, Liegi-Bastogne-Liegi, due tappe e la generale del Giro e del Tour de France, una frazione e la classifica della Vuelta. Praticamente quasi tutto quello che c’era di importante da vincere, le sono mancate alcune classiche di primavera, come Strade Bianche e Fiandre (superata solo da Lotte Kopecky, oggi argento iridato) e la Freccia Vallone, fulminata da una sontuosa Marta Cavalli sul Muro di Huy.
A proposito di Italia, le Azzurre di Paolo Sangalli hanno corso ottimamente, sempre a comando del gruppo nei momenti più importanti. Esemplari Elena Cecchini e Vittoria Guazzini al servizio delle sue capitane, Longo Borghini la più in forma delle attaccanti con Sofia Bertizzolo, e Silvia Persico che alla prima partecipazione ad un Mondiale Elite su strada dopo una stagione da ricordare a vita è andata sul podio vincendo la medaglia di bronzo. Per lei è la seconda volta, dopo il Mondiale di cross dello scorso inverno, a finire terza in una prova iridata elite. Elisa Balsamo ha onorato per l’intera stagione l’oro mondiale vinto un anno fa a Lovanio, ma oggi al penultimo giro ha alzato bandiera bianca.
La gloria oggi è anche per Niamh Fisher-Black, neozelandese della SD Worx e miglior giovane nelle due ultime edizioni del Giro d’Italia Donne, che sull’impegnativo percorso australiano e da scalatrice pura è riuscita a prendersi il titolo in linea della Categoria Under 23 femminile, dove la migliore italiana è stata Silvia Zanardi, sesta. E’ stata una “gara nella gara” per le ragazze più giovani, che però meriterebbero una corsa a parte, come accade da anni tra gli uomini.
Utilizzando un paragone tennistico, a quasi quarant’anni di età (li compirà il prossimo 8 ottobre) Annemiek Van Vleuten ha vinto il Grande Slam del ciclismo trionfando nei tre Grandi Giri e al Mondiale nella stessa stagione, impresa mai realizzata da alcun corridore nella storia. E non è nuova a imprese simili, pensando a quando nel 2020 a Imola vinse l’argento nonostante il polso rotto otto giorni prima al Giro d’Italia che stava letteralmente dominando e che ha dovuto cedere alla connazionale Anna Van der Breggen. Ma quello che si è visto oggi appare ancora più sorprendente, a meno che non ti chiami Annemiek Van Vleuten.
Il 2023 sarà l’ultimo della sua meravigliosa carriera e siamo sicuri che onorerà la Maglia di Campionessa del Mondo che vestirà fino alla rassegna in programma il prossimo agosto a Glasgow.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata