Al secondo anno da professionista, il portacolori della Bardiani è sicuramente uno dei giovani più promettenti del nostro ciclismo: “Alla Bardiani sto benissimo, ma il mio sogno è vincere una tappa al Tour”
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Semplice, determinato e ambizioso. Giovanni Carboni, al secondo anno da professionista, è sicuramente uno dei giovani più promettenti del nostro ciclismo.
Il portacolori della Bardiani, classe 1995, al recente Giro d’Italia è riuscito a farsi notare indossando per alcuni giorni la maglia bianca e andando in fuga in più occasioni. Dopo aver iniziato a pedalare da Esordiente, seguendo le orme del papà dal quale ha ereditato la passione e la grinta, Giovanni si appresta ora a spiccare il volo. Iniziamo le nostre dieci domande dai fatti più recenti.
Sei contento del tuo Giro d’Italia?
“Farlo al secondo anno da professionista è già una grande soddisfazione. Puntavo a ottenere una vittoria e credo di non esserci andato molto lontano. Nella prima parte di stagione mi aspettavo di andare un po’ meglio, poi pian piano la mia condizione è cresciuta e le buone prestazioni al Tour of the Alps mi hanno garantito la convocazione al Giro d’Italia. Ci credevo fortemente e sono davvero felice per come sono andate queste tre settimane”.
Come hai vissuto i giorni in maglia bianca?
“A inizio Giro, scherzando con i compagni e gli amici, avevo dichiarato che mi sarebbe piaciuto indossare la maglia bianca nella prima settimana. Sinceramente non ci contavo, ho realizzato che il sogno si stava avverando solo al termine della fuga della sesta tappa. Negli ultimi chilometri, prima dell’arrivo a San Giovanni Rotondo, ho iniziato a fare i calcoli per esser sicuro di indossare la maglia di miglior giovane. Penso che, anche con Valerio Conti in maglia rosa, sia stato un grande giorno per il nostro ciclismo”.
Del clima e dei tifosi attorno al Giro cosa ti rimarrà nel cuore?
“Sicuramente mi ricorderò per sempre il passaggio da San Costanzo. Era la prima volta che la Corsa Rosa transitava dal mio paese e essere lì, indossando la maglia bianca, è stato unico ed emozionante. Non mi aspettavo un calore tale da parte dei miei concittadini e delle Marche in generale. Sono rimasto piacevolmente colpito”.
Quando hai cominciato a correre in bicicletta?
“Ho iniziato da Esordiente seguendo le orme di mio padre che è stato prima dilettante e poi un ciclista amatore. Tutto quello che ho fatto lo devo a lui e devo ringraziarlo perché mi stimola sempre a non mollare mai. Mio padre è il primo sognatore e mi ha insegnato anche e credere nei miei sogni, sempre. Mi ha trasmesso passione per il mondo delle due ruote e mi trasmette tanta grinta ogni giorno”.
C’è un corridore che hai preso come esempio?
“Nel ciclismo moderno ammiro molto Tom Dumoulin. Prima di tutto per lo stile e la classe, poi anche per il modo con cui sa affrontare le avversità. Basta vedere per esempio come ha vissuto quello che è successo a questo Giro d’Italia. Spero di vederlo presto in sella alla bici”.
Credi di poter diventare anche tu un corridore adatto a lottare per la classifica generale di un Grande Giro?
“Spero di riuscirci. Anche se mi trovo davvero bene alla Bardiani, in una squadra Professional è più difficile puntare a vincere le grandi corse a tappe. Quando sarò maturo e sarò pronto al salto in una World Tour, mi auguro di avere la possibilità di testarmi anche per la classifica generale”.
Essendo assieme ad Arianna Fidanza, ciclista della Eurotarget, come ti trovi a respirare ciclismo anche quando sei a casa?
“Condividere la passione per le due ruote con Arianna, anche lei ciclista professionista, è davvero unico. A volte è difficile perché siamo spesso via, ma allo stesso tempo è bello perché con lei posso parlare di certe dinamiche, legate al nostro mondo, sapendo che le comprende molto più facilmente. Anche la sua famiglia è fantastica e suo papà Giovanni, ex professionista, avendo molta esperienza da direttore sportivo, mi dà spesso dei consigli preziosi”.
Dove ti alleni di solito?
“Abitando ora vicino a Bergamo, a volte vado sul Selvino o sulla Roncola. Mi piace molto pedalare nelle Valli, lontano dal traffico, godendomi le salite, le discese e anche il fresco. In estate però torno anche al mio paese sul mare”.
Quali sono i tuoi hobby preferiti?
“Io e Arianna spesso cuciniamo e ovviamente ci piace gustare vari cibi. Non ho hobby particolari ma quando non sono in sella amo viaggiare e non pensare alla bicicletta. Questo è il mio modo per staccare e ricaricare le batterie”.
Quale è il tuo sogno?
“Correre il Tour de France e poter vincere almeno una tappa. Il passaggio in una squadra World Tour non me lo pongo come sogno, ma come semplice evoluzione della mia carriera”.
A cura di Davide Pegurri – Copyright © INBICI MAGAZINE