Ci sono ancora 2.400 km tra qui e Roma, ma è difficile liberarsi dal sentimento che Tadej Pogačar abbia già messo questo Giro d’Italia ben oltre la portata dei suoi rivali. Almeno, la vittoria straordinariamente dominante di Pogačar nella cronometro della settima tappa a Perugia lascia la gara già a un passo dalla conclusione con più di due settimane ancora da disputare.
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“C’è ancora una strada molto lunga fino a Roma e non abbiamo ancora affrontato le tappe in salita”, ha detto Pogačar quando si è seduto nella conferenza stampa venerdì sera. “Non è ancora finita.”
Il commento intendeva suggerire che c’è ancora vita in questo Giro d’Italia come competizione. Con tutte quelle montagne ancora da affrontare, naturalmente, si sente che la vera competizione sarà tra Pogačar e la storia, o forse tra l’impulso di Pogačar a vincere tutto al Giro e l’imperativo di conservare qualcosa per il Tour de France in luglio.
Durante tutta la settimana, c’era stata una tranquilla fiducia che proveniva dal campo dell’UAE Team Emirates riguardo alle prospettive di Pogačar nella cronometro di Perugia. Anche se l’era dello sloveno è essenzialmente iniziata con quell’emozionante performance a La Planche des Belles durante il Tour del 2020, aveva vinto solo una volta contro il cronometro in sedici tentativi da quel pomeriggio indelebile ed era stato superato nella disciplina da Jonas Vingegaard nei due lugli precedenti.
L’ultima volta, con un occhio sia a questo Giro che al percorso del Tour de France del 2024 ricco di cronometro, c’erano voci che Pogačar avesse apportato una serie di cambiamenti al suo approccio alla disciplina, inclusa la sua posizione, anche se era restio a delineare troppi dettagli al traguardo qui.
Qualunque cosa abbia fatto Pogačar, lo ha portato dove nessun altro poteva arrivare nell’ultimo tratto verso Perugia. Era di più di mezzo minuto più veloce di tutti gli altri e circa 1:20 più veloce di Geraint Thomas (Ineos), l’uomo che era stato indicato da alcuni per competere con la maglia rosa.
Invece, è stata una sfida. Una cronometro che avrebbe potuto riaprire il Giro sembra averlo chiuso saldamente, lasciando a Pogačar un vantaggio di 2:36 su Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe) nella classifica generale del Giro d’Italia. Thomas è ora terzo a 2:46, mentre Ben O’Connor (Decathlon-AG2R) – che è stato ostacolato da una catena caduta venerdì – è quarto a 3:33.
Finora, Ineos sembra essere la squadra più forte in questa gara, impressione sottolineata dalle ottime prestazioni di Filippa Ganna, Magnus Sheffield e Thymen Arensman (secondo, terzo e quarto) nella cronometro. Tuttavia, sanno che ribaltare questo deficit contro Pogačar sarebbe un’inversione di tendenza ancora più sorprendente rispetto alla vittoria a sorpresa di Tao Geoghegan Hart nel 2020.
“2:46 non è certo un margine da sottovalutare,” ha ammesso il direttore sportivo di Ineos, Zak Dempster. “È un margine importante. Credo che sia responsabilità dell’UAE e che sia la loro gara da perdere. Allo stesso tempo, hanno un’arma in più con Pogačar, quindi non sarà semplice.”
La lotta per i posti sul podio sarà intensa, naturalmente, ma per Pogačar, le prossime due settimane sembrano destinate a essere una processione. A Perugia, che ha servito da rifugio per i papi e sede di conclavi papali nei secoli XII e XIII, l’elenco dei papabili in questo Giro è stato ridotto a un solo nome.
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Trento: La Destinazione Perfetta per i Cicloturisti Italiani e StranieriA cura della redazione di Inbici News24
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