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Acsi



Il neo-presidente Borgna, in sintonia coi vertici nazionali, vara il new-deal dell’associazione: “Al primo posto la passione e i valori aggreganti dello sport”. Sospesa l’attività ai comitati “disobbedienti”

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Acsi, ente sportivo che fa della promozione dell’attività il suo tratto distintivo, non può prescindere dal suo passato. La passione che i tanti affiliati dimostrano ogni giorno resta il più solido elemento di continuità che, nel rispetto delle origini, proietta verso il futuro questa gloriosa associazione.

 

Il settore ciclistico di Acsi, in particolare, è al centro di un ambizioso progetto di rinnovamento e di recupero della sua matrice originaria (consacrata allo sport inteso come fattore di aggregazione e puro divertimento), mettendo sempre più in evidenza il valore cicloamatoriale e cicloturistico.

 

E in poco meno di un anno dalla nomina del nuovo responsabile Acsi (settore ciclismo), l’avvocato Emiliano Borgna di cose ne ha cambiate parecchie: più enfasi alla connotazione “ludico-sportiva” e nuovi imprinting organizzativi, come le convenzioni siglate con prestigiosi marchi di settore ed enti turistici per garantire ai nuovi tesserati Acsi servizi e benefici sempre più esclusivi.

 

Ma come accade spesso nelle delicate e complesse fasi di evoluzione, gli elementi ostativi, che antepongono gli interessi privatistici al “bene comune”, non mancano. E così sono emerse, in alcuni territori, chiare e reiterate irregolarità riguardo alle direttive impartite con specifico richiamo al rispetto delle norme dell’ordinamento sportivo emanate e riconosciute dal Coni, fatte proprie dall’Acsi e dalla Consulta.

 

Insomma, in alcuni comitati territoriali, sono stati evidenziati comportamenti in palese contrasto con le direttive di cui sopra. Ragion per cui, seppur a malincuore, il presidente Borgna – in piena sintonia con il presidente nazionale Acsi dottor Antonino Viti – applicando i relativi protocolli Acsi, è stato costretto a sospendere l’attività del settore ciclismo delle provincie di Asti, Biella, Cuneo, Milano, Novara, Pavia, Torino, Alessandria e Rovigo (per quest’ultime due province, verificato il “cambio di rotta”, il provvedimento è stato successivamente revocato).

 

Ma nonostante il provvedimento formale, un “atto dovuto” ratificato dai vertici nazionali Acsi, alcuni comitati hanno proseguito la loro attività, violando nuovamente – con l’aggravante della recidiva – lo statuto dell’associazione. Per questa ragione, i responsabili dei settori provinciali sono stati deferiti  al Procuratore Sociale per gli adempimenti relativi e il 30 ottobre scorso, l’avvocato Borgna ha ribadito, in una nota, che “eserciterà il ruolo di garanzia a tutela di tutti i Comitati, soprattutto di coloro che fin dal primo momento hanno compreso l’importanza del rispetto delle regole in tutte le forme possibili, consentendo ai ciclisti e agli appassionati di essere indenni da strumentali operazioni di disturbo della attività sportiva”. Come dire, tolleranza zero contro chi infrange le regole.

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