Alessandro Ballan nel 2008 vinceva il Mondiale a Varese, dando seguito al trionfo al Fiandre dell’annata precedente. Oggi, oltre ad essere l’ultimo Campione del Mondo italiano, è testimonial di varie aziende e manifestazioni. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a Falcade dopo una sciata con gli amici.
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Davide Rebellin: c’è un aneddoto che ricordi particolarmente insieme a lui?
“Insieme a Davide ho tantissimi ricordi. Ci siamo allenati insieme soprattutto nei primi anni della mia carriera. Quando sono passato professionista, nel 2004, lo vedevo come un idolo. È sempre stato un grande punto di riferimento per me e cercavo di rubargli dei piccoli segreti che poi mi sono serviti nella mia carriera. Prima del Mondiale di Varese Davide mi aveva detto che avrei potuto vincere la corsa, che c’erano ben pochi corridori che andavo forte come me. E così è stato”.
Se dovessimo fare dei pronostici chi vince secondo te il Giro d’Italia 2023?
“Evenepoel su tutti è il favorito, ma non ho ancora visto la lista di tutti i nomi che saranno al via del Giro”.
Tra Pogacar e Vingegaard chi è il favorito Tour? Potrebbe inserirsi qualcun altro?
“È una bella lotta, sono due squadre molto forti. Forse la Jumbo-Visma ha qualcosa in più in salita. Vingegaard dovrà riconfermarsi, Pogacar quest’anno ha sbagliato a sottovalutare questo corridore. Bisognerà stare poi attenti a corridori come Roglic che potrebbero sfruttare il continuo controllo tra i due”.
L’Italia, realisticamente, può pensare di vincere qualcosa nel 2023?
“Non sarà facile ma sicuramente ci proverà. Per i Grandi Giri la vedo dura almeno per un paio d’anni, per le corse di un giorno invece possiamo sperare nei soliti come Alberto Bettiol e Gianni Moscon se riuscirà a stare meglio. Ci sono poi i giovani come Andrea Bagioli e Samuele Battistella che stanno maturando e secondo me possono dire la loro”.
Si parla di Piccolo, Zana, Tiberi. Che idea ti sei fatto su questi ragazzi?
“Sono dei giovani sicuramente molto interessati. Ad oggi non possiamo paragonarli a Pogacar o Evenepoel, ma sono ragazzi che possono maturare e ben figurare”.
Quando ripensi alla tua carriera da corridore, sei completamente appagato o ci sono rimpianti?
“I rimpianti ci sono sempre, il finale della mia carriera non è stato come lo volevo. Dopo essere stato indagato per doping ho sofferto molto e facevo fatica ad allenarmi. Non riuscivo a dormire la notte, mi svegliavo e non riuscivo più a riaddormentarmi. La mia fortuna è stata la famiglia, avevo già due bambine e quindi ho dovuto guardare avanti”.
Se potessi tornare indietro, c’è un errore che non faresti?
“Sì, non avrei fatto l’ozonoterapia per curarmi. Mi è costata cara e l’ho pagata”.
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