Alessandro Covi fa parte della generazione dei baby fenomeni che si stanno imponendo nel mondo del ciclismo.
Il 23enne di Varese, soprannominato il Puma di Taino e uno dei nuovi volti del ciclismo italiano, è cresciuto nel Team Colpack per poi approdare nel 2020 alla UAE Team Emirates in punta di piedi con l’ambizione di scalare sempre di più le gerarchie della squadra emiratina.
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Covi in questo inizio di stagione (la sua terza da professionista, ndr) sta vivendo un momento magico: alla Vuelta a Murcia sul traguardo di Cartagena ha ottenuto il primo successo da professionista dopo i tanti piazzamenti del 2021 (secondo alla Coppa Bernocchi e alla tappa di Montalcino della Corsa Rosa, terzo alla Coppa Agostoni, quinto alla Clasica San Sebastian e terzo nella classifica generale del Giro di Sicilia, ndr) ed è riuscito ad alzare le braccia al cielo anche nella seconda tappa della Vuelta a Andalucia. Del resto, chi ben comincia è già a metà dell’opera.
Alessandro, come stai?
“Stanco, ma bene grazie.”
Alla Vuelta a Murcia la tua prima vittoria da professionista. Cos’ha significato per te?
“Non vedevo l’ora di alzare le braccia al cielo. Mi sono sbloccato mentalmente e infatti sono riuscito a vincere anche alla Vuelta a Andalucia. Mi piace il sapore della vittoria.”
C’è stata una dedica in particolare?
“A tutte le persone che mi hanno sempre sostenuto in questi anni.”
Alla Vuelta a Andalucia hai centrato un successo di tappa. Cos’è mancato per vincere la generale?
“E’ mancata la forza nelle gambe. Nella penultima tappa mi hanno attaccato all’inizio della salita e non sono riuscito a stare al passo. Con la squadra abbiamo fatto un ottimo lavoro per cercare di difendere la maglia ma purtroppo non è bastato.”
Quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti per la prima parte di questa stagione?
“Starò qualche giorno a Montecarlo e dopo andrò in Belgio dove sarò al via della Omloop Het Nieuwsblad e della Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Poi il Trofeo Laigueglia, Strade Bianche, Milano-Sanremo, Amstel Gold Race ed il Giro d’Italia.”
Cosa ti aspetti da quest’anno?
“Mi aspetto di continuare su questa strada e di rimanere sempre con i piedi per terra. Mi metterò a disposizione della squadra e spero di riuscire ad ottenere altri successi personali.”
Qual è la Classica più adatta alle tue caratteristiche?
“Non lo so ancora, penso l’Amstel Gold Race ma non ne sono sicuro.”
C’è una corsa che ti piacerebbe vincere in particolar modo?
“La Tre Valli Varesine che è la corsa di casa e quindi mi piacerebbe vincere davanti alla mia gente e poi una tappa al Giro.”
Con Tadej Pogacar invece che rapporto hai?
“Con Tadej ho corso davvero poco ma lo conosco da tanti anni. Oltre ad essere un suo compagno di squadra, sono un suo tifoso. Lo ammiro molto.”
Il Mondiale in Australia è nei tuoi obiettivi? Speri nella convocazione?
“Se sarò in forma e il ct reputerà che io possa essere un uomo utile per la Nazionale, sarò sicuramente felice di essere al via del Mondiale. Ci penserò più avanti ma in ogni caso è giusto che ci vada chi in quel momento è più in forma.”
Tutti abbiamo un sogno nel cassetto. Qual è il tuo?
“Di sogni ce ne sono tanti. Un mio sogno era quello di vincere, ora che ci sono riuscito sicuramente ho la possibilità per poter sognare più in grande e quindi direi una tappa al Giro e di poter vestire per qualche giorno la maglia rosa.”
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