Saliamo in sella con un grande del nostro pedale, Andrea Tafi, un corridore che ci ha resi orgogliosi prendendosi lo scettro nelle principali classiche del Nord. Con lui abbiamo parlato del suo passato ma anche della sua recente candidatura al Comitato Regionale della FCI Toscana. Ecco il suo pensiero.
Training Camp Spagna Costa Blanca
A Febbraio pedala con la tua bici
dove si allenano i campioni del Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta Espana
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Andrea, come nasce l’idea di candidarti per FCI Toscana e quindi di portare la tua esperienza al servizio dei corridori toscani?
“La mia candidatura è nata parlando con i vari addetti ai lavori, i quali mi hanno sollecitato a proporla, ho riflettuto a lungo, capire se essa fosse positiva o no, mi è stato chiesto con molta energia. Il cuore mi ha detto di candidarmi assolutamente perchè è il momento giusto per mettere la bicicletta dove merita; sono orgoglioso di aver preso questa decisione, sarà un impegno difficile e importante ma se lo fai con la grinta con il cuore, caratteristiche che mi hanno contraddistinto anche da corridore, possiamo fare bene. Ci saranno tantissime difficoltà che voglio superare insieme a quelle persone che amano il ciclismo. Solo con il confronto con lo star vicino si possono superare le difficoltà”
Da quest’anno, in vista della preparazione della prossima stagione, non ci saranno più i training camp di dicembre per la situazione che si sta attraversando a livello mondiale, il Tour Down Under è stato cancellato, come si porta avanti una preparazione?
“Cambia poco o nulla perchè c’è consapevolezza del periodo che stiamo attraversando, spiace che il Tour Down Under non si possa svolgere perchè era la corsa che dava il via alla stagione, ma adesso la cosa fondamentale è la vita, bisogna cercare di prenderla con positività in un’ottica di un futuro più roseo, per cercare senza il virus, di far riassaporare il ciclismo com’era”
Pensi che questo “ritorno al passato” quindi senza training camp a dicembre, può essere un quid in più per i corridori o può togliere loro qualcosa ?
“Quando correvo io non se ne facevano molti anche perchè, per quanto mi riguarda, ho la fortuna di vivere in una regione in cui il clima è buono e ti permette di allenarti bene. Senza i training camp un corridore può magari conoscersi meglio, ad imparare come e dove potersi allenare da solo; riesci a creare qualcosa di diverso, senza qualcuno che fa un programma per te”
Com’era il tuo inverno in vista delle classiche?
“Il mio inverno era basato sulla preparazione delle classiche, in quanto non erano corse che potevi preparare in quindici giorni ma andavano curate nei minimi dettagli; Dicembre era un mese fondamentale perchè c’erano i primi colpi di pedale verso le prime grandi corse in Belgio”
Come arrivavi in forma alle Classiche?
“Piano piano, l’allenamento era alla base di tutto, che è fondamentale tutt’oggi per la costruzione di un corridore , conoscersi bene, gestirsi per arrivare nel migliore dei modi al grande evento”
Nessun corridore italiano dopo di te ha vinto Fiandre e Roubaix, che cosa significa per te?
“Un’impresa che non è riuscita a nessun’altro corridore, penso sia il giusto riconoscimento per chi ha fatto tanto in carriera, quando eravamo in Mapei eravamo in una grande famiglia come diceva patron Giorgio Squinzi e quindi questo mi ha agevolato tantissimo nell’arrivare a certi traguardi”
Chi è il nuovo Tafi?
“Il ciclismo è cambiato tantissimo, anche nelle metodologie di allenamento. Un corridore che, quest’anno, mi ha colpito molto è Roglic il quale è stato in grado di essere performante per tutta la stagione”
Come vedi il percorso svolto fino a qui da un corridore come Alaphilippe?
“Alaphilippe può vincere qualsiasi corsa e lo ha dimostrato andando a vincere da favorito un campionato del Mondo”
Hirschi, allenato da Cancellara può essere il nuovo che avanza?
“Lo voglio rivedere, è un talentuoso lo ha dimostrato al Tour e al Mondiale, dobbiamo aver pazienza e vedere cosa farà nella prossima stagione. Non va dimenticato Ganna, che ha le carte in regola per vincere anche una Roubaix”
Come si viveva in gruppo quando correvi tu?
“Nelle classiche arrivavamo sempre qualche giorno prima per fare tutte le corse di avvicinamento, ci studiavamo in corsa per vedere chi potesse essere un favorito”
a cura di M. M.-Copyright©Inbici Magazine–©Riproduzione Riservata