Dopo un periodo di stop, Antonio Tiberi è tornato in gruppo con la nuova squadra, la Bahrain-Victorious (dove ha un contratto fino al 2024), dopo essere stato licenziato dalla Trek per aver sparato e ucciso un gatto a San Marino, dove risiede. Una seconda possibilità per il corridore classe 2001 che è uno dei nostri giovani talenti che ci può fare ben sperare per il futuro: “Sono felice di aver iniziato un nuovo capitolo della mia carriera con Bahrain Victorious sia dal punto di vista prestazionale che umano. Mi è sempre sembrata una squadra ben organizzata e solida, quindi non ho esitato quando ho ricevuto l’offerta. Con l’aiuto di questa squadra dimostrerò di aver imparato dall’errore commesso in passato. Sarà un percorso che mi aiuterà ad essere un ciclista migliore e un uomo migliore“.
Hai trascorso dei momenti non semplici. In queste circostanze o ci si fortifica o ci si perde: tu come li hai gestiti?
“All’inizio è stato complicato, mi è caduto il mondo addosso e non sapevo come sarebbe andata a finire. Poi con il tempo ho realizzato che si poteva trovare una soluzione e quando è arrivata la Bahrain ho iniziato ad essere più tranquillo. Adesso la vedo come una cosa che mi ha fortificato sicuramente”.
Sai di aver sbagliato e ti sei scusato pubblicamente. Ti saresti aspettato più clemenza dalla Trek?
“Sinceramente no, mi sarei aspettato più clemenza se il fatto fosse stato un po’ più circoscritto e non così pubblico. Mi aspettavo questa reazione”.
La tua stagione è stata compromessa da questo episodio? O confidi di poter far bene da qui ad ottobre?
“Da una parte può essere stata compromessa perché ad inizio stagione stavo bene e puntavo a fare bene il Giro d’Italia, poi sono stato tanto fermo e adesso quando ho ricominciato avevo un po’ il dubbio sulla mia condizione dopo tre mesi e mezzo. Quando ho ricominciato al Giro di Svizzera le sensazioni erano buone, meglio di quanto mi aspettassi. L’aver staccato così tanto penso mi faccia entrare in ottima condizione nel finale di stagione quando magari il picco di forma normalmente inizia a calare. Devo solo riprendere un po’ più di resistenza, perché dopo qualche tappa inizio ad fare fatica”.
Tante squadre ti hanno cercato in questi mesi: questo fa capire il tuo valore. Come hai scelto la Bahrain-Victorious?
“È vero, ci sono state tre o quattro squadre che mi hanno cercato tra cui l’Astana e il Team DSM. Il Team DSM non la vedo come una squadra adatta a me, con l’Astana stavo per concludere ,ma siamo andati un po’ troppo per le lunghe perché erano al completo con il roster dei corridori e nel mentre è arrivata la richiesta della Bahrain che l’ho subito sentita come casa. È una squadra che ho sempre visto in modo positivo, è un bel gruppo e molto performante”.
Come sei arrivato, avete subito dovuto fronteggiare l’immane tragedia di Gino Mäder…
“Sono stati giorni davvero complicati. Gino era uno di quei ragazzi con cui stavo stringendo più rapporto, era un ragazzo solare. Il giorno in cui io stavo andando meglio e avevo il morale altissimo, sono arrivato sul bus e quando abbiamo saputo la notizia mi è crollato il mondo addosso. La notte nessuno è riuscito a dormire e la mattina dopo quando abbiamo ricevuto la notizia è stata una tragedia”.
Sei sempre convinto di poter diventare un corridore in grado di salire sul podio o vincere le corse a tappe?
“Sì, la speranza ce l’ho. Sono ancora giovane e anno dopo anno sento di migliorare. Il mio obiettivo è quello”.
A cronometro hai perso qualcosa per migliorare in salita?
“Sinceramente non penso, a volte mi viene dato contro sulle cronometro quando non vado bene perché ho vinto il Campionato del Mondo, ma ero ancora juniores, differenti sono le crono tra i professionisti. Ci lavoro parecchio e cerco sempre di migliorare, ma non sono un cronoman puro, non mi sento di aver perso troppo, ma sono nel giusto equilibrio”.
Non sarai al via del Tour de France, farai la Vuelta?
“Hanno deciso di non farmi fare il Tour perché sono rientrato da poco, quasi sicuramente farò la Vuelta di Spagna così ho tempo di trovare il giusto ritmo con degli obiettivi un po’ più concreti”.
Qual è il tuo programma di gare da qui a fine stagione?
“Non lo so ancora, al momento so che andrò in ritiro in altura a Livigno dal 6 al 20 luglio con la squadra”.
Ora per tanti tifosi sarai “quello che ha sparato al gatto”. Cosa vuoi dire loro per tornare a vederti semplicemente come un ragazzo giovane che chiede solo di fare il suo lavoro ed emergere?
“Devo dimostrare io, devo fare qualcosa che rimanga impresso alle persone andando forte in bici e centrare qualche bel risultato. Ho fatto una cavolata e me ne pento amaramente, poi dipende da quanto una persona mi conosce. Ci sarà sempre qualcuno che mi ricorderà per questo e altri che ci non daranno più tanto peso”.
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