Un lampo di primavera mentre si avvicina l’estate. La Bruxelles Classic ha riportato il gruppo sui muri e sulle pietre tra Fiandre e Vallonia, regalando lo spettacolo che solo quelle strade sanno procurare. Al termine di 207 km corsi a ritmo altissimo, a prendersi il successo nella capitale belga è stato Arnaud Demare, già nell’albo d’oro con la vittoria del 2017.
In una corsa che per anni non ha visto finale diverso da una volata di gruppo, per la terza volta consecutiva l’azione vincente è arrivata con una mossa da lontano. Nulla a che vedere con il lungo assolo di Evenepoel del 2021 o con la fuga vincente di quasi 150 km dello scorso anno, ma anche quest’anno, quando un gruppo di 18 corridori si è avvantaggiato ad 80 km dal traguardo, il gruppo non è stato in grado di ricucire il distacco.
Ben presto il gruppo gli attaccanti, con all’interno uomini veloci come Biniam Girmay, Jordi Meeus, Tobias Lund Andresen e lo stesso Demare, si è riportato sulla fuga iniziale, costringendo le squadre rimaste fuori dall’azione a rincorrere. In particolare il compito è spettato agli uomini della Soudal-QuickStep, nel tentativo di riportare il capitano Tim Merlier in quota per giocarsi la vittoria.
La rincorsa è durata sostanzialmente fino ai -18 km dal traguardo quando i corridori del “Wolfpack” hanno alzato bandiera bianca di fronte ad un distacco che non scendeva. Già dentro Bruxelles, il ritmo tra gli uomini all’attacco cala pericolosamente, ma a rilanciare l’azione ci pensa il solito Derek Gee, corridore che si conferma generosissimo.
All’attacco del canadese segue quello di Kelland O’Brien, che costringe Lewis Askey, compagno di squadra di Demare, a lanciare la rincorsa che verrà completata all’interno degli ultimi 1000 metri. A quel punto lo sprint può partire: Girmay è il primo a lanciarsi, ma viene subito superato da Demare, che si imporrà di mezza ruota sul giovanissimo norvegese Andresen e sul belga Jordi Meeus. Quarto l’eritreo Biniam Girmay al rientro in gara dopo l’infortunio al Giro delle Fiandre.
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