“Il Giro? Mi piace molto”. Parola di Davide Cassani che, in un post sui socia, elenca in maniera didascalica le cinque ragioni del suo entusiasmo: “Otto arrivi in salita, un vero tappone dolomitico, giusta dose di chilometri a cronometro, sei tappe per velocisti e lo sterrato”.
E allora, secondo le indicazioni del Ct, approfondiamo i cinque punti.
Arrivi in salita.
“Già a Sestola (tappa4) la salita finale è 4 km al 10% e finisce a 2 km dal traguardo. Ci saranno già distacchi anche se minimi tra gli uomini di classifica. Il Giro si accenderà subito. A San Giacomo (tappa 6) la salita dell’arrivo è lunga e pedalabile. Simile all’Etna dello scorso anno quindi anche qui distacchi contenuti ma qualcuno perderà secondi come a Guardia Sanframonti (tappa 8) e Campo Felice (tappa 9).
Lo Zoncolan invece farà male anche se il versante è quello più agevole (Sutrio) ma gli ultimi 3 km sono terribili. Pochi parlano di Sega di Ala (tappa 17) ma ritengo che sia una delle più difficili. Basta vedere l’ultima salita, 11 km con pendenza media al 10%. I primi 6 km sono al 10% ma dopo un falsopiano ci saranno 2,5 km durissimi con in particolare 1000 metri al 16%. Per non parlare dell’Alpe di Mera (tappa 19) salita finale di 10 km al 9% e pure l’ultima tappa alpina con arrivo a Valle Spluga Alpe Motta (tappa 20) non è banale. In sintesi tante salite poco conosciute ma selettive”.
Tappone
In un Giro d’Italia una vera tappa di montagna, lunga e dura, ci deve essere. Ed è quella di Cortina (Tappa 16). Lunga 212 km con 5.700 metri di dislivello e 3 salite (Fedaia, Pordoi, Giau). La tappa più dura del Giro.
Cronometro
Due tappe (prima e ultima) per complessivi 38 km. Un giusto equilibrio.
Velocisti
Sei tappe sono tante ma non troppe. Perfetto.
Sterrato
Tappa bellissima perché lo sterrato toscano è un vero spettacolo. Quattro settori molto lunghi e per lo più in salita. Ne vedremo delle belle”.
Secondo Cassani, dunque, vedremo un “Giro equilibrato con tante salite inedite ma non per questo facili, tutt’altro. Ci sono almeno 14 tappe in cui la classifica può cambiare. Oltre alle tappe che ho citato prendiamo quella di Bagno di Romagna (tappa12). Pochi la conoscono. Ma, se qualcuno ha un po’ di fantasie e gambe, ha il terreno giusto per fare confusione”.
E per quanto riguarda i favori del pronostico? “L’uomo da battere – secondo Cassani – sarà Bernal ma dovrà vedersela con Yates,Vlasov, Bardet, Pinot, Hindley, Landa e non credo Evenepoel, almeno quest’anno. Guardando in casa nostra l’eterno Nibali sarà sempre il nostro punto di riferimento ma chissà, forse avrà più spazio Ciccone e anche Caruso (Landa permettendo) sicuramente non mollerà di un centimetro Pozzovivo, mentre Ganna cercherà di vincere non solo le due crono ma anche tappe in linea ma non chiedetegli di fare classifica”.
Dunque – secondo il “Cassa” – un giro “bellissimo per tutto quello che si può prevedere. E adesso per renderlo ancora più bello, metteteci anche l’ imprevedibile e cioè tutto quello che accadrà e che oggi non è nemmeno possibile immaginare. Dunque, mi ripeto, un giro disegnato bene con quanto d’antico serve per rivalutare la tradizione e tanto di moderno e utile a rinfrescare una corsa di tradizioni luminosissime”.
a cura di Mario Pugliese ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine