Alejandro Valverde e la Movistar, un amore infinito. Il quarantaduenne ha appena conclusa la sua lunghissima carriera nel ciclismo professionista nell’ultimo Giro di Lombardia, teatro anche dell’addio di Vincenzo Nibali; lo spagnolo continuerà a gravitare nell’orbita del team che lo ha visto protagonista per tante stagioni, ma non con un ruolo propriamente operativo.
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Valverde si è rivelato ad un’intervista ad AS, parlando di cosa lo aspetterà: “Il mio compito principale sarà fare in modo che ci sia una maggiore comunicazione tra dirigenti, allenatori e corridori. Sarò in ammiraglia in alcune gare, come ad esempio a Giro, Tour e Vuelta, ma non per tutte e tre settimane. Cinque o sei giorni, qualcosa del genere, continuerò a farmi vedere alle gare“.
In pratica, Valverde continuerà a frequentare l’ambiente delle gare, ma non in maniera prettamente operativo: una sorta di trait d’union fra le varie parti, facendo sì di poter risultare ancora da mentore per i giovani talenti della squadra e, allo stesso tempo, di ‘imparare il mestiere’ dall’altra parte della barricata.
“Anche se ho corso tutti questi anni, non mi rendo ancora conto di cosa succederà ora – continua Valverde – sarà strano all’inizio della stagione, ma rimarrò parte del mondo del ciclismo. Mi unirò alla squadra nei ritiri in altura, forse non per tutto il tempo e non certo con l’idea di correre“. Un modo anche per tenersi in forma e prendere sotto l’ala protettiva gli altri uomini Movistar, oltre al poter puntare ad altre tipologie di corse: “Vorrei correre delle gare di gravel“.
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