Una lunga intervista ad AS, alla vigilia di quella che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere la sua ultima stagione da professionista. Alejandro Valverde è pronto ad appendere la bicicletta al chiodo, prima di farlo vuol però continuare a lasciare il segno.
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Le parole dell’iberico: “So che ho la mia età, che il mio corpo ha 41 anni, ma nella mia testa è come se ne avessi solo 23. Fisicamente mi sento molto bene, motivato a vincere più gare. In termini di palmares sono orgoglioso di ciò che ho raggiunto finora. Ho un’altra stagione da godermi, per cercare qualche vittoria in più“.
Per il futuro: “Ho altri due anni di contratto. Nel 2023 svolgerò funzioni di ambasciatore e in alcuni giorni salirò sull’auto del direttore sportivo. Per il futuro si vedrà se percorrerò quella strada o un’altra”.
Il programma in questa stagione: “Ho intenzione di fare Giro e Vuelta. Inizierò al Challenge Mallorca, poi Vuelta Valenciana, Murcia e Andalusia prima delle Strade Bianche. Più avanti, Catalunya o Paesi Baschi e Ardenne, Freccia e Liegi. Dopo il Giro una pausa, magari per continuare con campionati nazionali, San Sebastian e Vuelta”.
Una riflessione in conclusione: “Alcune cose sono successe e sono passate, altre si evolvono e altre accadono giorno dopo giorno. Alcuni ragazzi oggi si rispettano molto meno, altri vogliono vincere ad ogni appuntamento, i cardiofrequenzimetri e i watt definiscono l’allenamento… E io sono lì, in battaglia con i vari Pogacar, Van der Poel e Evenepoel. Cosa si può volere di più? Una 21esima stagione di buon livello, con la missione di insegnare a chi arriva da dietro, come Enric Mas. Mi sembra una buona ciliegina sulla mia carriera”.
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