Martedì, l’UCI ha seguito la raccomandazione del Comitato Olimpico e ha sospeso tutte le squadre registrate in Russia o Bielorussia in seguito all’invasione dell’esercito russo in Ucraina.
L’annuncio è arrivato alla vigilia del Trofeo Laigueglia, corsa a cui avrebbe dovuto prendere parte la Gazprom-RusVelo, squadra patrocinata dalla società energetica russa con quote statali, costretta invece a non partecipare.
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Alessandro Fedeli, 26 enne di Negrar, ha firmato con la Gazprom-RusVelo quest’anno dopo la scomparsa della sua ex squadra Delko. Una volta comunicata l’esclusione dalla gara, ha voluto sottolineare quella che secondo lui è la grande ipocrisia dell’UCI, come riportato da Bici.Pro: “ Vorrei sapere a questo punto perché i corridori russi del team tedesco o britannico possono continuare a correre. È una misura che alimenta l’odio, in un ambiente abituato a mescolare le nazionalità“
“Nel nostro team ci sono italiani, russi, ragazzi della Repubblica Ceca come Marci] Vacek che ha vinto negli Emirati Arabi Uniti e anche dal Costa Rica – ha continuato l’italiano – il quartier generale è in Italia, le vetture del team hanno targa italiana e i soldi arrivano dalla Germania. Il team si voleva anche sacrificare per noi, arebbero accettato di restare tutto l’anno senza loghi su maglie, auto e moto. E mentre noi eravamo lì a cercare di capire, alle 16:30 l’Uci si è riunita e alle 19:00 ci hanno detto di andare via”.
Con l’invasione ancora in corso e la cui fine non sembra essere prossima, sembra improbabile che la squadra possa essere reinserita presto. Sicuramente non in tempo per la Tirreno-Adriatico, probabilmente non per la Milano-Sanremo, entrambi obiettivi di Fedeli: “L’altro giorno ho fatto 7 ore e 20 di allenamento per preparare la Sanremo. I miei sogni si stanno infrangendo. Ho compiuto 26 anni, che nel ciclismo di oggi non sono pochi. Forse i più giovani hanno tempo per recuperare, non lo so a questo punto, anche se ci faranno ripartire, le gare più importanti della nostra stagione potrebbero essere già passate”.
Fedeli ha poi concluso: “Sono dalla parte della squadra e sulla guerra non posso dire nulla. Eravamo pronti per correre, ma ora la voglia di allenarci è svanita. Vediamo cosa succede. Sono tornato dal Tour di Antalya con il Covid. Non appena è passato, la squadra ha speso dei bei soldi mandando noi quattro fino al Teide. Tutto buttato via! Se la prospettiva non è quella di correre per molto tempo, tanto vale prendersi una pausa e recuperare . Sto bene, stavo bene. Ma sicuramente per il mio compleanno (ieri, giorno del Laigueglia) avevo immaginato un finale molto diverso“.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata