Abbiamo appena messo in archivio il Tour del France 2023, che ha incoronato per il secondo anno consecutivo il danese Jonas Vingegaard. Il fuoriclasse del Team Jumbo Visma ha impressionato nella Grande Boucle, andando a vincere lo splendido duello con Tadej Pogacar. Momento ideale, quindi, per fare il bilancio su quanto visto tra Bilbao e Parigi assieme a Wladimir Belli, ex ciclista e ora commentatore tecnico di Eurosport, ospite a “Sport&Go2u” sul canale Youtube di OA Sport.
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Non si può non partire dal successo, il secondo consecutivo in Francia, di Jonas Vingegaard.
“Quest’anno ha avuto la conferma di quanto fatto 12 mesi fa. Nell’edizione 2023 ha avuto vita più facile, anche perchè il suo rivale numero uno, ovvero Tadej Pogacar, ha pagato a caro prezzo l’infortunio patito alla Liegi-Bastogne-Liegi non arrivando alla Grande Boucle nelle migliori condizioni. Il danese ha dimostrato di avere qualcosa in più e lo ha messo in mostra soprattutto nella cronometro”.
La cronometro, che ha letteralmente sconvolto il Tour 2023.
“Senza dubbio una prestazione superlativa, soprattutto per i distacchi che ha rifilato a tutti. Mi ha impressionato il modo in cui l’ha affrontata: deciso, cattivo, determinato. Prendeva le curve rischiando moltissimo e ha dato la sensazione di non aver lasciato nulla al caso. Tutti pensavamo che avrebbe staccato Pogacar di 20-30 secondi, invece il margine ha rappresentato una vera e propria ‘bastonata’ che lo sloveno ha pagato nella tappa con maggiore dislivello. Cosa deve fare il corridore della UAE per tornare in cima al Tour? Niente di particolare, evitare i guai e confidare in un anno in più di esperienza e di sviluppo fisico”.
Dalle certezze, alle sorprese del Giro di Francia 2023.
“A mio parere la maggiore sorpresa è stata Felix Gall. L’austriaco ha vinto la tappa regina del Tour, ha chiuso nella top10 e, con il senno di poi, assieme alla sua squadra hanno forse sbagliato i calcoli per andare a vestire la maglia a pois quando avrebbe potuto. L’avevano pronosticato in pochi prima del via, bravo lui a smentire tutti”.
Una maglia a pois che, per nostra fortuna, è andata a Giulio Ciccone.
“Un bel risultato. Ha riportato in Italia questa maglia come non accadeva da tantissimi anni, ovvero da Claudio Chiappucci. Ha anche avuto la possibilità di vincere la tappa. L’ho visto deciso, determinato e direi che ha messo a segno un colpo che può segnare la sua carriera. Arrivare sul palco degli Champs-Élysées è una soddisfazione enorme e penso che gli abbia fatto capire che non è portato per fare classifica, ma per puntare ai traguardi parziali”.
Il successo di Ciccone è l’unica nota lieta del ciclismo italiano.
“Inutile girarci attorno, siamo carenti. Non tanto pensando al prossimo anno o alla Vuelta che partirà tra poco. Dietro non abbiamo, almeno sulla carta, nessuno che possa competere ad alti livelli nei prossimi 3-4 anni. Magari arriverà un fenomeno, ma nel complesso il nostro movimento non è più un riferimento per questo sport”.
A questo punto, cosa dovremo attenderci dall’Italia ai Mondiali di Glasgow?
“Non vorrei essere nei panni del nostro commissario tecnico per scegliere chi portare. Lui ha il polso della situazione, ma di sicuro non partiamo con l’obiettivo di fare la corsa, come si suol dire. Dobbiamo fare qualcosa di alternativo e capire quanti azzurri potranno arrivare ai momenti decisivi con i migliori. Filippo Ganna? Penso che potremmo provare con lui. Dobbiamo valorizzare i corridori che abbiamo e lui è una nostra colonna, ma non sono cose che si improvvisano”.
Se il comparto maschile langue, quello femminile sta continuando a regalare soddisfazioni.
“Senza dubbio è cresciuto molto, con diverse squadre che hanno conquistato ottimi risultati e hanno trascinato le più giovani che, a quanto pare, hanno imparato velocemente. Ora stiamo raccogliendo i frutti di chi ha creduto nel movimento”.
Dopo i Mondiali toccherà alla Vuelta a España, con un gruppo di partenti davvero interessante.
“Sono molto curioso di vedere come andrà Vingegaard che dovrà convivere con Primoz Roglic che ovviamente vorrà puntare al successo finale. Il danese, avendo vinto il Tour, potrà anche ragionare durante la corsa e, se capirà che gli sforzi in terra di Francia si faranno sentire, potrà dare una mano al suo compagno. Al via ci sarà anche Remco Evenepoel, quindi altri giovani interessanti. Sarà una bella Vuelta”.
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