Abbiamo raggiunto telefonicamente Wladimir Belli che, dopo tantissime stagioni da professionista (dal 1992 al 2007 ndr), oggi è una delle voci tecniche di Eurosport.
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Ne abbiamo quindi approfittato per stilare un bilancio di questa stagione e per rivolgere uno sguardo al futuro, con un 2024 oramai alle porte: “Il 2023 è stato un grande anno, una stagione bellissima. I big sono sempre stati protagonisti e ci hanno regalato grandi emozioni. Il corridore più forte quest’anno è stato Pogacar, capace di andare forte sia nelle corse di un giorno che al Tour de France, essendo quindi protagonista tutto l’anno nonostante l’infortunio che lo ha costretto a stare fermo ai box per un po’ e quindi ha anche avuto un avvicinamento diverso alla Grande Boucle rispetto agli anni precedenti“.
Tra gli italiani invece chi ti ha convinto di più?
“Bella domanda. Ganna è stato una conferma anche se, secondo me, ha ancora del potenziale per poter crescere. Quindi spero che Ganna già dalla prossima stagione possa fare il definitivo salto di qualità e che Bagioli possa trovare la giusta continuità”.
Pensi che a livello giovanile, grazie al lavoro di Dino Salvoldi, qualcosa si stia muovendo?
“Sicuramente qualcosa si sta muovendo, però bisogna vederli una volta passati tra i professionisti”.
Antonio Tiberi a cosa può ambire la prossima stagione?
“Tiberi spero che possa far vedere tra i grandi quello che ha fatto vedere nelle categorie minori. Se la prossima stagione dovesse arrivare nei primi 10 in un Grande Giro può già essere un buon risultato. Dopo quello che è successo, a livello mentale non è facile riprendersi ma spero che, nonostante la bravata, possa reagire e far vedere il suo talento”.
Cosa ti aspetti da Pellizzari e Piganzoli nella prossima stagione?
“I tempi oggi si sono accorciati e quindi si aspettano tutti subito il salto di qualità. Sono due buoni corridori, ma dobbiamo ancora vederli tra i grandi. I corridori italiani hanno bisogno di più tempo per emergere e quindi dobbiamo avere più pazienza rispetto ad altre nazioni, l’importante è farli crescere anno dopo anno senza farli perdere”.
Ayuso pensi che arriverà presto al livello di un Pogacar, Evenepoel e Vingegaard?
“Ayuso un corridore con delle grandi doti, ma quelli menzionati sono fenomeni sin dalla nascita”.
Su Evenepoel ci sono opinioni contrastanti sulle sue qualità nei Grandi Giri. Qual è il tuo pensiero? E al Tour cosa ti aspetti?
“La gestione di Evenepoel, da quando è passato professionista, non è stata del tutto corretta. E’ arrivato nel ciclismo tardi ed è subito stato buttato nella mischia e quindi paga spesso di inesperienza. L’anno prossimo al Tour non sarà semplice per lui anche perchè si trova a combattere con corridori come Pogacar e Vingegaard”.
Secondo te l’Italia può vincere una Classica Monumento nel 2024? Quale e con chi?
“Ne abbiamo due che possiamo vincere secondo me: la Sanremo e la Roubaix, entrambe con Ganna”.
I prossimi due Mondiali avranno percorsi per scalatori. L’Italia può puntare su Zana, Ciccone, Bagioli, magari anche Frigo. Pensi che siano sufficienti per provare a giocarsela?
“Speriamo di migliorare e crescere ulteriormente, ma al momento è troppo presto per pensare al Mondiale”.
Alle Olimpiadi l’Italia avrà solo tre posti e sarà un percorso abbastanza semplice: tu chi porteresti?
“Ganna, Milan e Consonni sarebbero i nomi giusti, ma punteranno alla pista e quindi bisognerà vedere chi starà meglio. Dainese per è un nome che mi piace…”.
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