A conclusione del Tour de France, vinto dal danese Jonas Vingegaard ne abbiamo approfittato per raggiungere telefonicamente il ct della Nazionale Italiana, Daniele Bennati, che in queste settimane sarà impegnato a designare la squadra azzurra che sarà al via dei Mondiali di Glasgow, in programma dal 5 al 13 agosto.
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Quanto conta per l’Italia la maglia a pois di Giulio Ciccone?
“Tantissimo, in primis per lui. Giulio si merita questa maglia, ha fatto una grande stagione. Il Giro l’aveva preparato nei minimi dettagli e dopo il forfait è stato bravo a reinventarsi una nuova stagione senza abbattersi. E’ importante chiaramente anche per tutto il nostro movimento”.
Da Bettiol e Trentin hai ricevuto buone risposte al Tour? Saranno i due capitani per i Mondiali?
“Sì, Trentin dopo la caduta si è ripreso bene e mi ha detto che ne è uscito in ottima condizione. Bettiol invece ha sofferto di allergia per una settimana, ma è uscito in crescendo e questo era l’obiettivo principale. Sicuramente sia Matteo che Alberto in vista dei Mondiali sono una garanzia. Trentin è un capitano in corsa perché può prendere qualsiasi decisione, soprattutto non avendo le radioline. E’ un corridore di grande esperienza, è una sorta di ct in corsa e mi può dare una garanzia di risultato”.
In questi giorni si sta svolgendo il Giro di Vallonia. Come potrai valutare la condizione di forma dei possibili azzurri da convocare?
“Al Tour c’erano pochi italiani e quindi non tutti quelli che sono nella mia lista allargata erano al Tour. Tanti hanno fatto dei ritiri in altura, e l’ultimo test è il Giro di Vallonia, anche perché il Giro di Polonia è troppo vicino all’appuntamento iridato e sarebbe difficile. L’unico che fa il Giro di Polonia e che mi potrebbe interessare in ottica Mondiale è Pasqualon, ma vedremo; bisogna valutare quale sarà la sua condizione”.
Ganna sembra in forma stratosferica: l’idea di fargli fare la prova in linea è accantonata? Farà solo quartetto e cronometro su strada?
“Da parte mia non è mai stata accantonata, ma la volontà di non fare la prova in linea è arrivata direttamente da Filippo. Lui quest’anno vuole puntare a rivincere il Campionato del Mondo a cronometro e quindi è stata una scelta quasi obbligata, anche se il percorso della prova su strada è veramente adatto alle sue caratteristiche. La colpa chiaramente non è sua, ma più di chi non ha pensato bene nel dare un po’ di giorni in più tra una disciplina e l’altra per permettere a coloro che fanno la multidisciplina di riuscire a fare più cose”.
E per quanto riguarda Milan? La prova in linea è un’ipotesi?
“C’è stata l’ipotesi, ma vale lo stesso discorso di Filippo. Jonathan si sarebbe presentato alla prova in linea senza nessuna corsa in mezzo dopo il Giro d’Italia e quindi sarebbe stato complicato”.
Che percorso avremo al Mondiale e che scenario tattico dobbiamo aspettarci? Andranno via pochi corridori o sarà uno sprint con 20-30 uomini?
“E’ un Mondiale molto aperto, quindi individuare uno scenario ben preciso è difficile. Se sarà brutto tempo, e ad oggi nelle prossime settimane dovrebbe piovere quasi sempre, in tal caso la corsa cambierà completamente diventando quindi più selettiva”.
Chi saranno i favoriti?
“Van der Poel, Van Aert, Pedersen, Philipsen ed Evenepoel. E speriamo che tra questi super favoriti possa inserirsi qualche italiano”.
L’Italia può avere dunque ambizione di vittoria?
“Dobbiamo aver sempre ambizione di vittoria senza partire da sconfitti. Non partiremo con i favori del pronostico, ma dobbiamo avere il coltello tra i denti. Il Mondiale dello scorso anno ci ha dato la convinzione che possiamo giocarcela. Dobbiamo correre bene e fare squadra cercando di essere sempre presenti”.
Pensi che per le corse a tappe Zana, Tiberi e Frigo possano essere nomi buoni per rilanciare il movimento?
“Sicuramente sì, Frigo ha fatto un bellissimo Giro ed è un corridore giovane che mi piace molto. Non so se potrà essere il nostro uomo da corse a tappe, ma è un corridore che sta crescendo molto, così come Zana. Lo stesso discorso vale per Tiberi, ha chiuso un capitolo difficile in cui ha sbagliato, ma sono felice che in questa nuova squadra possa trovare stimoli nuovi con la speranza che possa centrare qualche bel risultato”.
Sei preoccupato per il ranking UCI? A Parigi 2024 rischiamo di avere solo 4 corridori su strada invece che 5…
“Non deve essere una preoccupazione, io più di questo – e quindi stimolare i ragazzi – non posso fare. In questo momento c’è bisogno di risultati e quindi sono loro che devono prenderne atto, essendo più convinti e cercando sempre il risultato. Se saremo in cinque meglio, nel caso fossimo in quattro ci organizzeremo di conseguenza”.
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