Abbiamo raggiunto telefonicamente il commissario tecnico della Nazionale Italiana Daniele Bennati, in partenza per gli Europei di Drenthe, rassegna continentale in programma fino a domenica: “Ho convocato i ragazzi che ritenevo più adatti al tipo di percorso per questi Europei. Mi aspetto di poter fare bene, ma poi chiaramente ogni gara ha la sua storia. Noi partiamo, come sempre, con il coltello tra i denti. Gli uomini da battere? Van Aert, Pedersen, De Lie e Laporte“.
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Come stai?
“Tutto bene, in partenza per l’Olanda”.
Sembrava dovesse essere un percorso per velocisti, ma alla fine, anche dalle tue convocazioni, non sembra proprio così…
“Esatto, l’arrivo è in salita non difficilissima, ma non è un percorso per velocisti puri”.
Cosa ti aspetti da Ganna? Ha mostrato di essere molto veloce…
“L’arrivo dell’Europeo non ha niente a che vedere con una volata classica, ma per com’è strutturato penso possa essere adatto a Filippo. Ho costruito una squadra che ha molta esperienza nelle gare del Nord ed i ragazzi potranno supportare al meglio Ganna e Trentin che saranno le due nostre pedine principali”.
Rispetto ai primi anni, sembra che gli Europei abbiano acquisito maggior blasone ed interesse, basta vedere la startlist dei partecipanti…
“E’ vero, c’è sempre più partecipazione. E’ sempre più bello vincere quando ci sono tanti avversari qualificati”.
Qualche mese fa ci avevi detto che poteva essere un Europeo adatto a Milan, ma non è tra i convocati. Dopo il Giro, su strada, si è visto poco.
“L’obiettivo era quello di portare Jonathan come ruota veloce e avrebbe potuto fare bene su questo tipo di arrivo, ma in quest’ultimo periodo ci siamo confrontati e la sua condizione non è tornata al 100%, quindi lui in primis mi ha detto di non sentirsi pronto per essere uno dei capitani”.
Alla Vuelta sono arrivate buone risposte dagli italiani. Si può sperare in un futuro migliore?
“Questo sicuramente, per le gare di un giorno o per le singole tappe siamo messi abbastanza bene, ma ci manca il corridore per i Grandi Giri o comunque per le brevi corse a tappe. C’è qualche giovane interessante, vedremo”.
I prossimi Mondiali saranno su percorsi impegnativi. Possiamo fidarci di Zana e Ciccone? Hai altri uomini già in testa?
“Spero di ritrovare corridori come Masnada e Formolo, oltre a Zana e Ciccone. Ci sono poi dei giovani validi come Aleotti e Tiberi, ma al momento è presto per pensarci”.
Tiberi ha chiuso la Vuelta nei 20. Un primo passo per diventare un uomo da corse a tappe, o è ancora presto?
“E’ ancora presto, ma di lui si è sempre parlato molto bene. Mi aspetto tanto da Tiberi già dal prossimo anno, speriamo di poter trovare in lui l’uomo che ci manca per le corse a tappe”.
Hai già visionato il percorso delle Olimpiadi di Parigi 2024?
“Non ancora, lo visionerò tra novembre a dicembre”.
Si dice sempre che non abbiamo una squadra World Tour e che i nostri giovani si perdono. Però anche Danimarca e Slovenia non hanno una squadra World Tour…
“Anche la Slovacchia e ha un corridore come Sagan. Spesso ci vuole fortuna, ma è anche vero che sia la Danimarca che la Slovenia hanno da diversi anni un programma importante dettato soprattutto dal sistema scolastico che è molto più organizzato rispetto al nostro e lì i ragazzi hanno la possibilità di provare più sport: l’educazione fisica è al centro degli studi, quindi con più possibilità di trovare il talento di turno, a differenza dell’Italia dove è considerata poco e come un passatempo. A tutto ciò si aggiunge la sicurezza stradale che in Italia è la peggiore rispetto agli altri Paesi europei”.
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