A conclusione della prova contro il tempo dei professionisti, vinta dal belga Remco Evenepoel 55’19″23, su Filippo Ganna (a 12″28) e Joshua Tarling (a 48″20), abbiamo raggiunto telefonicamente l’oro olimpico ad Atene 2004 e Campione del Mondo su strada nel 2006 e 2007, Paolo Bettini, per stilare un primo bilancio di questa rassegna iridata: “Sinceramente con tutto quello che diciamo sempre, ovvero che siamo carenti, alle rassegne iridate si esalta tutto. Abbiamo visto dei grandi numeri da parte dei nostri ragazzi e non mi riferisco solo a Ganna. Parlo soprattutto della strada, Bettiol ha corso un Mondiale scontrandosi con i quattro fenomeni che tutti aspettavano. L’Italia ha corso davvero bene ed è stata protagonista con Bettiol e Trentin. In pista forse ci aspettavamo qualcosa in più nel quartetto, ma nel complesso è un bilancio positivo”.
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Ganna nella cronometro ha perso 16” nel tratto a lui più congeniale: come te lo spieghi?
“Mi sembra di aver rivisto la crono di Ganna alla Costa dei Trabocchi al Giro d’Italia. Remco è un corridore che quando c’è ed è sereno sa bene cosa fa. E’ un grande corridore e non è la prima volta che batte Filippo in una cronometro. 12” in una rassegna iridata non sono pochi. A parte loro, due tutti gli altri sono lontani anni luce”.
Forse Ganna temeva lo strappo finale e si è tenuto del margine nei km precedenti?
“Quando gli atleti fanno la ricognizione di una cronometro si creano la loro strategia e sanno come spezzettare il percorso e con quanto intensità dedicarsi ad ogni settore. Non so se Ganna temesse il finale, ma credo che quando corri e l’ammiraglia ti segnala i distacchi non vai al risparmio, anzi cerchi di pedalare il più forte possibile”.
Ganna resta un big delle cronometro: che sviluppo ti aspetti nella sua carriera?
“Si è dedicato solo alla strada? No, perchè continua ad alternare strada, crono e pista e questo non è semplice. Io spero che lui si diverta in primis e sarebbe bello, un giorno, vederlo al via di una stagione solo su strada con l’obiettivo delle Grandi Classiche, perchè Sanremo e Roubaix sono le due Classiche più adatte alle sue caratteristiche, ma anche una Gand può essere alla sua portata”.
Ottima prova contro il tempo per l’altro azzurro Mattia Cattaneo che ha chiuso ottavo a 1’56”…
“A parte i primi due che sono di un altro pianeta, Cattaneo ha fatto un’ottima crono”.
Quali sono i limiti di Evenepoel?
“Visti gli ultimi episodi recenti, direi le persone che ha intorno. Per fare una grande carriera devi avere vicino persone che ti lasciano tranquillo e lavorare con serenità. Non è facile mantenere una condizione psicologica a quei livelli quando intorno hai persone che ti creano problemi. E poi c’è il punto di vista mentale, spesso Remco si innervosisce e ha reazioni esagerate. Remco è sicuramente un fuoriclasse e a fine carriera farà sicuramente la conta di cosa sarà riuscito ad ottenere in tutti questi anni”.
Van Aert il grande sconfitto di questo Mondiale…
“Quando il gioco si fa duro trova sempre qualcuno che gliele suona. Ad inizio stagione Van Aert dominava nelle semi-Classiche poi alle Grandi Corse non ha mai brillato. Al Tour si è dedicato completamente alla squadra, ma già alla partenza di Bilbao era nervoso. Nella prova su strada a questi Mondiali non mi è piaciuto come ha corso il Belgio, si correvano contro: chi per Remco chi per Wout ed è così che si perdono le corse, anche se Van der Poel era nettamente superiore”.
Milesi, ma anche Buratto, Busatto, De Pretto. I giovani ci sono, perché poi faticano nel passaggio da U23?
“Abbiamo un bel bacino e un buon potenziale, ma mancano le squadre World Tour. Se ai miei tempi passavano circa 45 dilettanti all’anno, oggi se ne passano 10 è già tanto, ed è chiaro che con un numero maggiori di squadre, soprattutto italiane, era più semplice trovare il proprio spazio e quindi avere più opportunità”.
Questo Evenepoel può vincere la Vuelta o pensi che Vingegaard e Roglic siano favoriti?
“Remco si va ad infilare nella tana del lupo, la Jumbo quest’anno ha la possibilità di fare tripletta e quindi di vincere tutti e tre i Grandi Giri in una stagione, e si presenta alla Vuelta con una squadra più forte rispetto alla QuickStep”.
Ayuso potrebbe far saltare il banco alla Vuelta?
“Se la Jumbo non vince la Vuelta è perchè perde i pezzi strada facendo. Ayuso può essere il terzo incomodo per la lotta per il podio e per un gioco di alleanze non dichiarate. Sia Evenepoel che Ayuso per fare bene devono mettere in difficoltà la Jumbo. Ai miei tempi almeno era così, c’erano delle alleanze trasversali di opportunità per interessi comuni”.
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