Prima corridore, poi manager: ora dice basta al mondo del ciclismo Bjarne Riis. Il danese è stato vincente in entrambi gli ambiti (ha vinto il Tour de France nel 1996, poi più volte a livello di squadra), ma anche molto attaccato a causa degli scandali doping che l’hanno coinvolto. Il danese ora ha deciso di dedicarsi alla carriera imprenditoriale.
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Le sue parole a Børsen: “Negli ultimi anni in Svizzera, ho pensato molto a cosa avrei dovuto fare da ora in avanti, e in questo processo sono giunto alla conclusione che il ciclismo, dove sono stato, è un capitolo chiuso. Penso di voler fare qualcos’altro”.
Sul passato: “Non mi sono mai nascosto e negli anni ho sempre resistito alle botte. Ho riconosciuto i miei errori e sono andato avanti, ma solo perché ho fatto qualcosa di sbagliato una volta non significa che sono una persona cattiva. Posso ancora essere un buon leader e posso ancora ispirare le persone. Ringrazio semplicemente me stesso per essere una persona forte e per avere una buona famiglia alle mie spalle. Certo, ho avuto le mie crisi. Se non fossi stato forte, probabilmente avrei avuto una vita leggermente diversa. Prendete Jan Ullrich“.
Il ciclismo di oggi: “Se guardate alla Jumbo-Visma hanno davvero tanto talento. Naturalmente hanno anche un budget elevato, ma nulla è lasciato al caso e fanno tutto il possibile per inseguire i marginal gains che possono dare loro un vantaggio competitivo. In termini di comunicazione, penso che potrebbero fare meglio, ma in tutte le altre aree sono molto più avanti rispetto agli altri. Allora perché le altre squadre non fanno di più per raggiungerli? Non riesco a capirlo. Se sei il secondo migliore e vuoi battere il migliore, devi essere innovativo e creativo, essere più intelligente o allenarti più duramente, e vedo che non lo fanno”.
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