Giulio Pellizzari è stato grande protagonista in occasione della quarta tappa del Tour of the Alps. Il 19enne è entrato nella fuga di giornata e poi è andato all’attacco lungo la salita di Passo Pramadiccio (9,7 km al 6,2%), guadagnando una ventina di secondi di vantaggio sui due uomini lasciati sul posto in occasione della sua azione. Il marchigiano è però stato ripreso in discesa dall’austriaco Gregor Muehlberger e dal norvegese Torstein Traen, chiudendo al terzo posto sul traguardo di Predazzo.
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Il classe 2003 ha destato un’ottima impressiona in una giornata molto dura e corsa in condizioni climatiche non ideali, mettendosi in bella mostra in salita e facendosi apprezzare per la propria pedalata. L’alfiere della Green Project-Bardiani CSF-Faizanè potrebbe essere il nome nuovo del ciclismo italiano, prima di oggi non era conosciuto al grande pubblico e con la casacca della formazione dei Reverberi ha dimostrato di avere una stoffa molto interessante. La storia del nativo di San Severino Marche, alla sua prima stagione da professionista e quest’anno già secondo al Palio del Recioto, è molto interessante e merita di essere analizzata.
Giulio Pellizzari è infatti passato direttamente dalla categoria juniores ai professionisti. Una pratica che in Italia non è ammessa, tanto che quando la Bardiani aveva annunciato il suo ingaggio (e quello di Alessandro Pinarello) la Federazione Italiana aveva puntualizzato il cavillo regolamentare. Il ragazzo ha così dovuto prendere la residenza in Slovenia, come ha raccontato a Qui Bici Sport: “Ne avrei fatto a meno, si capisce, però non è stata un’esperienza traumatica. A gennaio siamo andati in comune, abbiamo firmato le pratiche necessarie e due giorni dopo avevamo già il tesserino della Federazione. Ma io continuo a vivere in Italia, a Camerino, dove sono nato e cresciuto: è qui che ho il conto corrente e la tessera sanitaria, tanto per essere chiari. In Slovenia abbiamo preso la residenza per un anno, vedremo se rinnovarla o meno“.
Il progetto giovani dei Reverberi si sta facendo sempre più corposo e infatti lo stesso Pellizzari si era soffermato sulla novità del ciclismo tricolore: “Arriveranno anche Paletti, Conforti e Scalco. Sapevo che le critiche sarebbero state tante, ma il progetto mi aveva convinto fin da subito e non ho mai avuto un ripensamento. Nella vita bisogna avere delle convinzioni proprie, altrimenti si dipende sempre dal giudizio altrui“.
Qualche risultato nelle categorie giovanili? Nel 2022 è stato 29mo al Piccolo Lombardia, 15mo al GP Festa del Perdono, quinto in una tappa del Giro della Valle d’Aosta e 111mo nella classifica generale del Giro d’Italia Under 23 (ma non era in perfetta condizioni fisiche, “ho dovuto sputare sangue per portarlo a termine“).
L’ambizione non manca di certo a questo ragazzo, come traspare da altre dichiarazioni rilasciate a QBS: “Passare professionisti da giovani è ormai la normalità, ma questo non vuol dire necessariamente bruciarsi. In Italia ci hanno inculcato l’idea che bisogna aspettare, avere pazienza, crescere col contagocce. Io ho l’impressione che siano discorsi parzialmente superati. Non sbagliati in senso assoluto, magari tra dieci anni ci renderemo conto d’aver avuto troppa fretta. E sicuramente nasceranno ancora corridori che maturano col tempo. Ma come si fa a dar torto alle nazioni straniere finché hanno giovani talenti che vincono anche tra i migliori?“. Il sogno più grande? “Vincere il Tour de France“. Di certo non si nasconde dietro a un dito.
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