Abbiamo raggiunto telefonicamente Alberto Dainese, vincitore della 19esima tappa della Vuelta di Spagna. Il 25enne di Abano Terme è arrivato al ciclismo partendo dal basket e si è messo in gioco a 20 anni trasferendosi dalla Zalf Euromobil Fior alla SEG in Olanda, per poi approdare al professionismo con il Team DSM, squadra che saluterà a fine stagiond – dopo quattro anni – per approdare alla Tudor di Fabian Cancellara con la firma di un contratto biennale.
La tua VACANZA in bici
2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Training Camp Spagna Costa Blanca
Scopri di più
Che cos’ha significato per te la vittoria alla Vuelta?
“E’ stata una conferma e un sollievo dopo le prime volate che non sono andate benissimo. Volevo chiudere il cerchio con la DSM nel migliore dei modi”.
Sei ormai diventato un velocista capace di lasciare il segno in tutte le corse a tappe cui prende parte. Cosa ti manca però per riuscire a trovare maggior costanza?
“Avere un treno a disposizione fino all’ultimo chilometro sicuramente è un vantaggio in più e poi una miglior pianificazione degli appuntamenti, perché sia al Giro che alla Vuelta sono stato chiamato abbastanza all’ultimo. Ero in buona condizione, ma non ottima”.
Alla Tudor troverai un treno a tua disposizione, che spesso ti è mancato alla DSM dovendo fare “da solo” negli ultimi km e quindi vincendo quasi sempre di rimonta…
“Esattamente, la speranza è quindi quella di far bene e trovare una maggior continuità”.
A volte pensi che dovresti credere di più in te stesso?
“Conosco i miei limiti, so che posso far bene ma non è facile”.
Il fatto che stia esplodendo Milan, per te è uno stimolo? L’Italia potrebbe avere due velocisti di livello mondiale…
“Al Giro lo è stato, quindi direi di sì. Ha un bel motore ed è uno stimolo”.
Anche Ganna ha iniziato a buttarsi nelle volate: come lo hai visto, avendo battagliato con lui fianco a fianco?
“Ha fatto delle belle rimonte, non è un corridore facile da passare. Pecca un po’ di aerodinamica per il fatto che è un corridore di quasi due metri, ma ha dei watt spaventosi. La tappa che ho vinto contro di lui, c’era vento contrario e l’ho vinta di astuzia”.
Pensi che le corse di un giorno possano diventare un obiettivo concreto per te o continuerai a specializzarti per le volate nei Grandi Giri?
“Sicuramente ci proverò anche nelle corse di un giorno, poi bisognerà vedere quali saranno le corse nel mio calendario”.
Qual è il velocista che temi di più?
“Philipsen, ma come aggressività Groenewegen”.
Come proseguirà il tuo calendario da qui a fine stagione?
“Corro in Germania al Munsterland e poi il Olanda all’Elstedenrace. Sono invece riserva per la Parigi-Tours”.
A fine anno lascerai il Team DSM per approdare alla Tudor. Che cos’hai imparato in questi anni al fianco della formazione olandese?
“Ho avuto alti e bassi, ma in generale sono contento di aver fatto questa esperienza con loro. Sono cresciuto anche come uomo, è una squadra molto professionale e rigida e per un giovane può essere d’aiuto. Spesso la rigidità di fa perdere un po’ la testa ma con il senno di poi è servito”.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata