Ha iniziato la stagione al meglio Dylan Groenewegen, già vincente alla prima corsa dell’anno. Il neerlandese è tra i migliori velocisti al mondo, ma ha attraversato durante la carriera dei momenti durissimi. Tutti ricorderanno il 2020, con la caduta in volata che ha coinvolto anche Fabio Jakobsen, mettendo a repentaglio la vita dell’ex QuickStep. Per Groenewegen una squalifica di nove mesi.
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In questi giorni il corridore della Jayco AlUla si è raccontato al podcast neerlandese De Grote Plaat: “Non ho aperto il garage per settimane perché non volevo vedere le mie biciclette. Tutto ciò che aveva a che fare con le bici poteva essere messo nelle scatole. non era quello che volevo”.
E sulla caduta: “Sono rimasto scioccato quando l’ho visto perché ho deviato dalla mia linea e questo non va bene. D’altra parte, succede spesso e qui si sono verificate molte coincidenze sfortunate. Era uno sprint in discesa, anche se secondo l’UCI non lo era. Ma noi andavamo a 84 km/h. Le barriere erano l’una sull’altra, io ho deviato dalla mia linea e Fabio stava arrivando proprio in quel momento. L’incidente è stato l’insieme di più situazioni sfortunate… Tante cose insieme hanno reso quella giornata terribile”.
La squalifica: “L’UCI dice che ho deviato dalla mia linea. Penso che sia giusto sospendere qualcuno. Ma non ho mai più visto una sanzione di questo tipo a nessuno dopo di allora. All’epoca dissi che speravo sarebbe stata usata più spesso… In seguito mi sono trovato nella situazione in cui ho scelto di frenare per evitare incidenti e non è successo niente. Perché qualcuno deve sempre cadere affinché succeda qualcosa? Per questo penso che nove mesi siano troppi”.
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