Lo chiamano “Il profeta della pista” e un motivo ci sarà. Un oro e un bronzo alle Olimpiadi; uno oro, due argenti e due bronzi ai Mondiali; 7 ori e 3 bronzi agli Europei qualcosa vogliono dire. A ciò vanno abbinate le vittorie in cinque tappe del Giro d’Italia, in tre alla Vuelta a España e in una al Tour de France. Successi nell”EuroEyes Cyclassics del 2017, del 2018 e del 2019, nella Bretagne Classic Ouest-France 2017, il titolo italiano in linea 2018 e il titolo europeo in linea nel 2019.
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Elia Viviani ha scritto il proprio nome in questo modo nel suo darsi sui pedali e nel 2021 ha potuto fregiarsi di un bronzo a Cinque Cerchi nell’Omnium e di un oro nell’Eliminazione, metallo pregiato che mancava all’elenco della sua gloriosa carriera. Un percorso però che non è ancora terminato perché il corridore veneto ha ancora dei traguardi.
“L’inizio non è stato facile, c’è stata anche l’operazione al cuore (ablazione all’atrio destro a gennaio, ndr), poi a Tokyo la svolta. È arrivata la medaglia olimpica e poi l’oro mondiale che mi mancava. Un buon bottino, anche se mancano vittorie di spessore su strada come una tappa a un grande giro o una corsa importante del World Tour“, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport.
Avere il ruolo di portabandiera ai Giochi insieme a Jessica Rossi è stato il clic che gli ha permesso di concludere nel migliore dei modi questa stagione. Ora è tempo di pensare alle vacanze con la sua Elena (Cecchini, ciclista anche lei) perché gli obiettivi nel 2022 sono ambiziosi.
“L’idea è quella di tornare a essere competitivo su strada. Andare contro i più forti velocisti al mondo e giocarmi la vittoria. Dalla Tirreno-Adriatico fino alla Sanremo. Vincere subito ad alto livello e provare a realizzare negli ultimi tre anni i sogni che mancano: la Sanremo e il Mondiale“. Il tutto con una nuova squadra, ovvero la Ineos, pensando di fare bene al Giro d’Italia 2022: “Non abbiamo ancora parlato di programmi, ma certo il Giro è per me una corsa molto importante dove ho ottenuto vittorie significative. Le ultime in Israele nel 2018. E nel 2022 il Giro riparte ancora dall’estero, dall’Ungheria. Voglio esserci“.
Una nuova stagione nella quale la Nazionale italiana di ciclismo ripartirà con una nuova gestione tecnica, cioè quella di Daniele Bennati, che ha parlato di un Viviani leader per il Mondiale: “Sono felice per la fiducia espressa nei miei confronti dal c.t.: dopo 2 anni come il 2018 e il 2019 era facile puntare su Viviani, ma dopo le stagioni 2020 e 2021 serviva qualcuno che capisse che sono tornato. Se guardiamo i risultati su strada, un c.t. non mi metterebbe mai capitano in un Mondiale. È bello sentire la fiducia di “Benna’“.
Si parlava di “profeta della pista” visto che lui con le sue imprese ha fatto un po’ da apripista, anche se poi è stato il tutto a venirgli un po’ dietro: “È il sistema Italia che dopo Rio ha rilanciato la pista ed è esempio per i giovani”. C’è però da continuare a lavorare sulle strutture, come ricordato dal ciclista nostrano, relativamente ai velodromi e al rilancio delle Sei Giorni. In altre parole, si dovrà continuare a spingere sui pedali.
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