Nonostante la seconda piazza nel ranking UCI, che garantisce comunque quattro fondamentali posti per le Olimpiadi di Parigi, alle spalle dell’inarrivabile Olanda, non è stata una stagione super quella dell’Italia del ciclismo su strada al femminile. A tratti discreti e buoni risultati, ma anche tante deifallance, con la pecca soprattutto di un Mondiale non corso da protagonista.
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Da ricordare però che la sfortuna ha assolutamente limitato le azzurre: Vittoria Guazzini, Elisa Longo Borghini ed Elisa Balsamo sono state tutte costrette ad un lungo stop a causa di problemi differenti e dunque restano nella norma i risultati italiani.
La migliore interprete è però una felice novità: Gaia Realini. Entrata nel World Tour con la Trek quest’anno, la giovane azzurra ha chiuso terza sia alla Vuelta di Spagna, vincendo una tappa, che al Giro d’Italia. Per lei anche il podio alla Freccia Vallone e la top-10 alla Liegi.
Come detto stagione a metà per Longo Borghini che in primavera ha comunque trovato il podio alla Liegi-Bastogne-Liegi ed al Giro delle Fiandre, salvo poi fermarsi a più riprese. Eccellente in primavera anche Silvia Persico: per l’atleta della UAE ADQ vittoria alla Freccia del Brabante e top-10 tra Freccia, Amstel e Fiandre, salvo poi calare nella seconda parte di stagione Non è tornata ai livelli che ci aspettavamo Marta Cavalli, ancora limitata dai problemi post caduta al Tour 2022: l’azzurra ha dato alcuni segnali positivi, ma è lontana dal top.
Per quanto riguarda le volate, detto di una Balsamo ferma più di qualche mese, sempre pimpante Chiara Consonni, vincitrice di una tappa al Giro, non eccezionale invece Rachele Barbieri.
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