Alla guida del settore femminile strada è stato chiamato, da due stagioni, Paolo Sangalli che seguirà le ragazze della Nazionale fino alle Olimpiadi di Parigi 2024, dopo 12 anni come vice di Dino Salvoldi: “La Nazionale corre sempre per il massimo risultato, partiamo sempre per vincere ma bisogna tenere anche in considerazione l’altissimo livello del ciclismo femminile. Ogni avversario è temibile, non c’è mai niente di scontato, ma noi abbiamo le nostre carte da poterci giocare in ogni corsa“.
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Paolo, come stai?
“Bene, tutto bene. Sono rientrato da poco dalla Valenciana e resto a casa un paio di settimane, fino alle Strade Bianche”.
Come sta andando questo inizio di stagione?
“Direi bene, sono soddisfatto. Elisa Balsamo è riuscita a riconfermarsi, è giovane e ha davanti a lei un grande futuro. Elisa Longo Borghini ha vinto il UAE Tour con anche l’arrivo nella tappa regina in parata con Gaia Realini che è stata una conferma e in Trek ha fatto il salto di qualità. Gaia per Elisa sarà un aiuto fondamentale”.
Gaia Realini è la nuova Fabiana Luperini?
“Gaia sta facendo i passi giusti senza fretta ed è in una squadra in cui è coccolata. Anche al UAE Tour, corsa non adattissima alle sue caratteristiche, è riuscita a mettersi in mostra. Io gli auguro che possa diventare la nuova Fabiana Luperini, ma non c’è fretta”.
Come è arrivata l’Italia ad essere la nazione leader del ciclismo femminile?
“C’è tanto lavoro dietro ma senza la fretta di voler arrivare subito, abbiamo tante ragazze che sono sul tetto del mondo e merito è anche delle squadre che le gestiscono”.
Hai visionato il percorso dei Mondiali di agosto? Cosa dobbiamo aspettarci ed a quali azzurre sarà più adatto?
“I percorsi ufficiali usciranno a marzo, ma da quello che siamo riusciti a mettere insieme c’è un tratto in linea di una sessantina di chilometri con una salita di circa 6 chilometri poco prima di entrare a Glasgow. E’ una salita che non ha pendenze impossibili ma in caso di maltempo potrebbe dar fastidio e fare quindi la differenza. Dopo questo strappo si entra nel circuito cittadino, che ricalca in grosso modo quello dell’Europeo 2018 vinto dalla nostra Marta Bastianelli. E’ un percorso con curve, rilanci e strappi brevi penso lungo circa 160 chilometri. Si adattano le ragazze esplosive abituate a questo tipo di sforzo, è un tracciato per ruote veloci da classiche. Un esempio? Su tutte direi Elisa Balsamo, ma anche Silvia Persico ed Elisa Longo Borghini. Siamo attrezzati per fare bene, non ci manca niente”.
Ai Mondiali hai già in mente come poter gestire le azzurre tra pista e strada? Sarà possibile fare entrambe?
“Con Marco abbiamo già parlato: il problema sarà il Tour che Franche che finisce il 31 luglio e il quartetto corre pochi giorni dopo. Per la prova in linea invece c’è il giusto tempo. Io e Marco non vogliamo ostacolarci e faremo il meglio sia per la strada che per la pista, sarà sicuramente una bella prova in vista delle Olimpiadi del prossimo anno. Stimo molto Marco, insieme collaboriamo molto bene e per me è uno dei tecnici più preparati al mondo”.
A Parigi il problema della coesistenza pista-strada sarà ancora più serio. Di domenica si svolgerà la prova in linea femminile, 2 giorni dopo il quartetto su pista: come fare?
“Valuteremo il percorso e poi capiremo come fare. Al momento non sappiamo ancora”.
Un’Italia con tantissime punte: quanto è difficile fare gruppo con così tante stelle che hanno ambizioni personali?
“Le ragazze le conosco da tanto e con loro basta essere chiari sull’obiettivo e sulle protagoniste. E’ la strada a parlare. La lunga trasferta australiana ha fatto vedere che grande squadra siamo, così come agli Europei di Monaco 2022. C’è molto affiatamento in gruppo, sono tutte ragazze molto intelligenti e quindi è facile ottenere le cose”.
Hai visionato il percorso della prova in linea delle Olimpiadi? Per quali azzurre è più adatto?
“Il percorso al momento è approssimativo e ho visto che ci sono due strappi, quindi è molto probabile che il percorso del Mondiale di quest’anno rispecchi un po’ quello delle Olimpiadi. Al Mondiale però si corre in sette, alle Olimpiadi in quattro, questo vuol dire che tutte e quattro le ragazze che saranno al via della prova in linea dovranno essere in grado di fare il risultato. Ai Giochi puoi inserire solo un gregario, al Mondiale invece riesci ad averne un paio di squadra. E’ un modo diverso di correre in questi due grandi appuntamenti”.
Vittoria Guazzini può essere da medaglia nella cronometro a Parigi 2024?
“Vittoria la conosco da tanti anni e sono convinto da sempre dei suoi mezzi: sono convinto che a Parigi possa fare una grande crono. L’ha già dimostrato ai Mondiali 2022 dove ha vinto la maglia iridata tra le Under23”.
Marta Cavalli tornerà quella del pre-caduta al Tour prima delle Classiche di primavera? E può vincere il Giro o Van Vleuten resta fuori portata?
“Marta l’ho vista in raduno a Calpe quest’inverno ed era già performante in salita: era tranquilla e determinata. Credo che abbia solo bisogno di correre e quindi di mettere un po’ di chilometri nelle gambe per tornare quella di prima. Per quanto riguarda il Giro d’Italia, la Van Vleuten è fortissima ma arriverà anche il momento dove inizierà ad accusare anche lei. Credo sia difficile riuscire a vincere ancora tutti e tre i Grandi Giri, ma al momento resta il punto di riferimento del ciclismo femminile”.
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