Lorenzo Rota, bergamasco classe 1995, lo scorso anno è stato uno dei nostri azzurri maggiormente in vista centrando anche la sua prima vittoria da professionista al Sazka Tour.
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Dopo un inverno trascorso tra San Marino, la Spagna e la Colombia, in questo inizio di stagione ha cominciato subito bene con degli ottimi piazzamenti nelle gare sino ad ora disputate, segnali che fanno ben sperare per questo 2023: “Ho fatto un inverno abbastanza tranquillo senza particolari problemi e a dicembre sono stato in Spagna con la squadra per mettere le basi per questa stagione. A gennaio ho fatto 23 giorni di altura in Colombia e da lì sono andato direttamente in Spagna a correre. Ero fiducioso ma non sai mai bene il livello dei tuoi avversari. Sono soddisfatto di questo mio inizio di stagione, sento di migliorare sempre di più“.
In questo inizio di stagione sei stato con i migliori in salita: pensi di aver fatto un ulteriore salto di qualità?
“È ancora troppo presto per dirlo, sicuramente ho lavorato parecchio in salita. Il mio focus rimane quello delle gare di un giorno, abbastanza dure. Ho lavorato anche per le volate e soprattutto per gli sprint ristretti. Lo scorso anno ho perso parecchie corse in volata e quindi insieme alla squadra abbiamo deciso di concentrarci anche sotto questo aspetto”.
Il ct Bennati dice che devi migliorare lo spunto veloce e la gestione degli sprint ristretti: è possibile farlo?
“Penso proprio di sì, alla fine come in tutte le cose serve il lavoro. Prima non arrivavo neanche a giocarmela in uno sprint ristretto e quindi non aveva senso lavorare su questo, negli ultimi anni invece, dove sono arrivato a giocarmi le corse anche in volata, è stato necessario mettere a punto tutti i particolari. Un esempio? Alla tappa del Giro, quella con arrivo a Genova, sono stato battuto da Oldani che ha uno spunto veloce migliore. Tornassi indietro me la giocherei in un altro modo e proverei ad anticiparlo. Io e Oldani però siamo diversi come corridori e io devo focalizzarmi su corridori più simili a me come ad esempio Skjelmose”.
Qual è il tuo programma di gare stagionale?
“Farò Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo. Poi farò un blocco in altura prima delle Ardenne e il Giro d’Italia”.
Pensi di poter essere protagonista alla Liegi?
“L’ho corsa solo nel 2020 e non ero brillante. È una corsa che si adatta bene alla mie caratteristiche ma il livello è altissimo. La squadra punta molto su questa corsa e quindi l’ambizione è quella di fare bene. È una corsa lunga in cui possono succedere un sacco di cose, quindi vedremo. Sicuramente proverò ad arrivarci nelle migliori condizioni possibili”.
Perché gli italiani hanno bisogno di più anni per maturare? Nel tuo caso com’è andata?
“La mia generazione è un po’ diversa da quella dei giovani di oggi. Quando sono passato io professionista mi è stato detto di fare le cose con calma senza avere fretta. Oggi non è più possibile fare un discorso del genere, il ciclismo negli anni sta cambiando molto e si va sempre più forte. Siamo anche tutti diversi e quindi bisognerebbe valutare caso per caso. Sicuramente gli stranieri, ad oggi, hanno dimostrato di essere pronti sin da subito. Io sono riuscito ad arrivare ad un livello abbastanza buono, però se tornassi indietro l’unica cosa che cambierei è quella di passare tra i prof un po’ più tardi. Però non è una regola che vale per tutti”.
Quale obiettivo principale ti sei prefissato?
“Non mi sono posto obiettivi a lungo termine. Il Mondiale è stata una grandissima esperienza e indossare la maglia azzurra ti dà quel qualcosa in più e ti lascia tanto. Il Mondiale dello scorso anno è stato al di sopra delle nostre aspettative, abbiamo corso bene come squadra e quindi mi piacerebbe farmi trovare pronto anche per la rassegna iridata di quest’anno. Chiaramente poi sarà il ct Bennati a decidere e la strada a parlare, ma da parte mia ci sarà tutta la volontà e l’impegno possibile per cercare di farmi trovare pronto per l’appuntamento”.
Gli Europei sono nel tuo mirino? Punti alla convocazione in Nazionale?
“Vedremo come sarà il percorso. Per ora penso a fare bene questa prima parte di stagione con anche il Campionato Italiano che per me sarebbe un bel riscatto. Poi penserò alla seconda parte di stagione, passo dopo passo”.
Ripensando invece al Mondiale 2022, hai qualche rimpianto per la medaglia sfuggita nel finale?
“Oggi me la giocherei in un altro modo e penso che tutti e quattro arriveremmo in volata senza controllarci così tanto a pochi chilometri dal traguardo, tattica che ci ha fatto perdere tutto quello costruito in quella giornata. A livello di prestazione però sono soddisfatto, abbiamo corso bene, mi sono fatto trovare pronto e la condizione era buona”.
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