Marco Frigo è un ragazzo paziente e conscio dei propri mezzi. Infatti il vicentino classe 2000, dopo un anno con la Zalf Euromobil Fior e due con la SEG Racing Academy, ha deciso di correre ancora un anno tra le Continental prima del salto nel mondo dei grandi. Questa stagione l’atleta di San Giuseppe di Cassola correrà con la Israel Cycling Academy, formazione satellite della Israel Start-Up Nation squadra con cui esordirà tra i professionisti la prossima stagione.
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Il suo 2021 però è stato influenzato dalla notizia della chiusura della SEG Racing Team, formazione che ha lanciato anche Alberto Dainese ed Edoardo Affini: “La notizia della chiusura della squadra è stato un fulmine a ciel sereno, nessuno se lo sarebbe aspettato. Egoisticamente parlando però io ero tranquillo perché avevo già un’altra sistemazione. E’ chiaro però che mi avrebbe fatto piacere che altri ragazzi italiani militassero alla SEG perché per me è stata davvero una bella esperienza che mi ha insegnato molto. L’avrei consigliata a chiunque”.
Cosa ti ha spinto a restare un’altra stagione tra le Continental rimandando così il tuo esordio tra i professionisti?
“Sicuramente la mancanza di risultati: ho fatto belle prestazioni e ho dimostrato di essere ad un buon livello ma sono mancate le vittorie e quindi mi piacerebbe riuscire a cogliere qualche soddisfazione a livello personale. Non ho fretta e non voglio bruciare le tappe. Un altro anno tra le Continental sono sicuro che sia utile per poter crescere ancora un po’ prima di approdare nel mondo dei professionisti.”
Che voto daresti al tuo 2021?
“Pienamente sufficiente. Direi un 6/7 perché a livello personale sono felice anche se non sono arrivati grandi risultati.”
Sei riuscito a capire quali sono i terreni più adatti a te?
“La scorsa stagione ho corso molto nelle gare a tappe e devo dire che mi piacciono molto. Dovrò capire se sono un corridore da Grandi Giri oppure no…”
Ti piacerebbe esplorare il terreno delle grandi corse a tappe?
“Assolutamente sì. Mi piacciono molto e ho le caratteristiche fisiche adatte, credo di essere un passista scalatore dotato di un buon recupero. Il tempo però mi darà le giuste risposte, sono ancora giovane ma ad oggi mi sento così.”
Che rapporto hai con la bici da crono?
“Diciamo che la scorsa è stata la prima stagione in cui mi sono impegnato ad usarla. Al Campionato Italiano sono arrivato secondo e quindi ho avuto delle buone risposte e ammetto di aver avuto buone sensazioni. Terrò in considerazione le prove contro il tempo ma non per essere un cronoman puro, ma per avere un’arma in più nelle corse a tappe.”
Sei considerato uno dei maggiori talenti italiani emergenti. Hai pressioni addosso?
“Cerco di vivere ogni giorno con la massima tranquillità senza crearmi pressioni. Quello che mi interessa è riuscire a trovare un buon equilibrio tra il fare risultati e l’essere sereno.”
Qual è la corsa dei sogni?
“Probabilmente in un futuro vincere una tappa in un Grande Giro, già questo sarebbe un sogno.”
C’è un corridore al quale ti ispiri?
“Al momento no. Il mio idolo fin da quando ero bambino è stato Fabian Cancellara anche se aveva caratteristiche diverse dalle mie. Ogni corridore poi è da ammirare.”
Studi ingegneria meccatronica all’Università di Padova. Come concili lo studio e lo sport?
“Non è facile. Cerco di vivere tutto con tranquillità. Sono consapevole che non devo perderci troppo la testa ma provo a portare avanti entrambe le cose. E’ sempre meglio avere una seconda possibilità nella vita, è imprevedibile.”
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