Abbiamo raggiunto telefonicamente Matteo Sobrero alle prese con la preparazione in vista dell’Amstel Gold Race di domenica e del Giro d’Italia. Da inizio stagione il portacolori del Team Jayco AlUla ha corso, sino ad ora, 23 giorni per un totale di 3896 km: come è andata questa parte di stagione: “Fino ad ora la stagione è andata bene, la condizione comincia ad essere buona. Ai Baschi ho avuto delle buone sensazioni in corsa, inizialmente doveva essere una preparazione per le Ardenne, poi stavo bene e ho provato a fare classifica fino all’ultima tappa dove ho pagato gli sforzi dei giorni precedenti”.
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Sembra che tu abbia vissuto una sorta di metamorfosi. Non sei più un semplice cronoman, ora stai con i migliori anche nei percorsi mossi e con salite. Ti stai trasformando in un uomo da Classiche?
“Sì, diciamo che già dallo scorso anno ho cominciato a lavorare parecchio anche sulla distanza e quindi senza focalizzarmi solo sulle cronometro”.
Cosa hai cambiato nella preparazione per ottenere questi risultati?
“Quest’inverno ho lavorato molto con Marco Pinotti sull’endurance e ho corso un po’ di più in questo inizio di stagione per riuscire ad avere un po’ più di fondo”.
È la squadra che ti ha spinto verso questo cambiamento o è partito da te?
“Entrambi. Principalmente è stata una mia idea. Quando ero dilettante mi sono ritenuto sempre un corridore abbastanza completo, una volta passato professionista mi sono subito concentrato sulle cronometro essendo distanze più brevi e ho sto tornando a lavorare per le prove in linea”.
Come te la cavi negli sprint ristretti? Pensi di poter progredire anche qui?
“Ho fatto tre volate in gruppi ristretti ai Paesi Baschi e credo di averle sbagliate tutte e tre ma ci sto lavorando. Da dilettante erano il mio punto forte, ma ora devo prendere un po’ le misure tra i professionisti”.
Ti vedremo protagonista nelle Ardenne? Con quali obiettivi?
“Non le ho mai fatte, quest’anno la squadra mi darà la possibilità di fare la mia corsa e quindi vedremo. La condizione è buona, voglio viverla tranquillamente e vediamo cosa riuscirò a portare a casa”.
I Mondiali di agosto diventano un traguardo per te? Speri nella convocazione?
“Sì, ma sinceramente non ci ho ancora pensato. Ci sono ancora tante gare prima dei Mondiali e quindi preferisco rimanere concentrato su questa prima parte di stagione fino al Giro d’Italia, poi farò il punto per la seconda parte ma sarà il ct Bennati a decidere”.
Se ti dico Giro d’Italia, cosa pensi?
“Mi viene subito in mente la tappa che passa sulle strade di casa (la dodicesima, la Bra-Rivoli ndr) e poi c’è una bella partenza con una cronometro e vediamo come andrà. Quest’anno non avremo un capitano fisso per la generale e quindi avrò più spazio, è un punto a mio favore”.
Le corse a tappe potrebbero diventare un nuovo orizzonte da esplorare?
“Sì, assolutamente. Soprattutto le brevi corse a tappe con una cronometro“.
Cosa ti manca in generale per compiere un nuovo e definitivo salto di qualità?
“Penso che alla fine sia sempre più al limite la ricerca del dettaglio, è un ciclismo quello di oggi in cui si va sempre più forte e quindi ogni dettaglio può fare la differenza. Per me sarà fondamentale anche continuare a lavorare sulla resistenza”.
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