Il 30 novembre del 2022, sulle strade di Montebello Vicentino, la vita dell’ex campione italiano di ciclismo, Davide Rebellin, venne stroncata dal camionista tedesco Wolfgang Rieke, che travolse l’ex corridore nostrano. Da quel giorno è stato aperto il caso processuale e in un primo momento i familiari della vittima si erano espressi in maniera contraria al patteggiamento del 63enne teutonico, in quanto recidivo: si era già dato alla fuga dopo aver provocato un incidente in Puglia nel 2001.
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Ebbene, il caso ha avuto una svolta. L’accusa ha infatti dato il suo assenso all’accordo richiesto dai legali di Rieke che, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, prevede gli arresti domiciliari (3 anni e 11 mesi). Si andrà al processo lunedì 11 marzo e spetterà al giudice pronunciarsi in maniera definitiva, ricordando il risarcimento alla famiglia Rebellin di 825.000 euro grazie all’assicurazione.
“Quel giorno ho commesso un grande errore che ha portato a un tragico incidente fatale. Mi dispiace tantissimo. Anche andarmene dal posto dell’incidente è stato un grosso sbaglio. Me ne pento, accetterò la mia pena, ma non ero e non sono un criminale“, le parole del camionista tedesco. Il legale Davide Picco (famiglia Rebellin) ha aggiunto: “Ci aspettiamo una pena congrua. Siamo soddisfatti comunque di quello che è stato il corso della giustizia finora. Sicuramente è stato fatto tanto. Si pensava che nel momento in cui il camionista fosse andato in Germania non si sarebbe più visto, invece è stato consegnato all’Italia ed è stato prodotto in carcere, quindi sicuramente la giustizia ha fatto il suo corso“.
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